L‘ex cda di Ase dà battaglia contro la revoca dell’incarico decisa dalla commissaria straordinaria di Manfredonia. L’ex presidente Michele Centola, l’ex amministratore delegato Massimo Leone e l’ex vicepresidente Lucia Murgolo hanno depositato un atto in tribunale chiedendo 300mila euro di danni. A loro parere la revoca del 24 aprile scorso sarebbe illecita. “Un caso surreale”, ha commentato a l’Immediato, Leone. “Abbiamo anche chiesto la sospensione del provvedimento perché la commissaria, quando ha effettuato la nomina, non avrebbe tenuto conto di statuto e codice civile. La nomina dell’amministratore va fatta con procedura di evidenza pubblica e non intuitu personae“. E ancora: “La decadenza del 24 aprile è avvenuta con procedimento immediato senza contraddittorio”.
La commissaria ha nominato amministratore unico il barese Marcello Danisi, ma secondo Leone andava fatto un avviso ad evidenza pubblica. Inoltre, nei confronti dell’ex cda sono state mosse una serie di contestazioni. Tra queste c’è la questione riguardante Michele e Raffaele Fatone, padre e figlio, arrestati in “Giù le mani” ed attualmente ristretti rispettivamente in carcere e ai domiciliari.
Fatone senior fu anche al centro di una causa di lavoro riguardante un’azione tesa al riconoscimento di mansioni superiori. Per la commissaria fu di “particolare gravità” l’azione posta in essere dall’amministratore il quale, non solo rimase “inerme rispetto alla grave situazione di illegalità esistente all’interno dell’organizzazione del personale della società ma ha ritenuto di conciliare la causa di lavoro promossa da Michele Fatone nonostante la soccombenza di quest’ultimo nel giudizio di primo grado, secondo i termini economici e normativi innanzi descritti, realizzando di fatto patti e intese intervenuti al di fuori di ogni paradigma di legalità con soggetti anche politici, uno dei quali raggiunto da misura cautelare (in primis evitando a Fatone di dover corrispondere all’azienda le spese legali a cui era stato condannato in primo grado a pagare), come disvelati dall’inchiesta Giù le mani”.
“I Fatone? Ma io non potevo sapere che c’era un’indagine – ha commentato Leone alla nostra testata -. Non posso agire per sospetti”. Inoltre, fanno notare nell’atto, la questione “attiene ad un contenzioso avviato precedentemente all’insediamento del C.d.A”.

Sempre secondo chi scrive, “le vicende giudiziarie che hanno riguardato il dipendente non sono in alcun modo connesse alla transazione e al vantaggio aziendale connesso alla stessa né nelle intercettazioni pubblicate è stata mai registrata una conversazione tra il dipendente ed uno qualunque dei componenti il C.d.A. che era e rimane del tutto estraneo alla vicenda penale”.
Contestazioni anche sui compensi aggiuntivi, per Leone “accuse pretestuose. Tra quota fissa e soldi aggiuntivi si arriva a 52mila euro annui in tre. Ma di cosa stiamo parlando?”. Nel documento scrivono che “la remunerazione degli amministratori investiti di particolari cariche, in conformità dello Statuto, è stabilita dal C.d.A., sentito il parere del collegio sindacale”.
L’atto depositato al tribunale civile di Bari è di 23 pagine: “Il decreto che oggi si impugna – si legge – risulta adottato fuori dalla sede assembleare dal socio maggioritario, Comune di Manfredonia, che, in disparte dal procedimento previsto dallo statuto, nel medesimo decreto, procede con la revoca ed anche con la nomina di un nuovo amministratore, senza convocare l’assemblea, dando atto di aver consultato il socio minoritario Comune di Vieste e senza il rispetto, in relazione alla nomina del procedimento di evidenza pubblica previsto”.
Poi ancora: “Nessuna tra le contestazioni mosse dal Comune al Consiglio d’Amministrazione è riferibile a mala gestio del cda. Deve poi evidenziarsi che, considerando che l’organo revocato è entrato in funzione in data 16/06/2023, tenendo in detta data il primo C.d.A., il giudizio di presunta mala gestio, contenuto nel provvedimento oggi impugnato, riguarderebbe appena 9 mesi, un periodo assolutamente inidoneo a formulare una qualsivoglia valutazione delle prestazioni che, per come verrà spiegato nel prosieguo, in ogni caso è un giudizio assolutamente infondato, privo di supporto documentale. Anzi, appare esattamente il contrario ovvero che il Consiglio di amministrazione ha dato già in 9 mesi ampia prova di competenza ed efficacia nella gestione amministrativa avviando la soluzione di problemi che nessun amministratore negli anni precedenti aveva affrontato (impianto di selezione, depuratore, rampa di trasferenza rifiuti, ecc.)”.
Secondo Leone, Centola e Murgolo, la decisione di nominare un nuovo amministratore sarebbe stata “confusa e arbitraria” e “non può essere giustificata neanche in considerazione del sospetto di gravi irregolarità, in quanto lo stesso Comune di Manfredonia ha presentato contestualmente una denuncia di gravi irregolarità ai sensi dell’art. 2409 c.c. presso il Tribunale, avverso il C.d.A. già revocato; in sostanza il Comune, nella persona del Commissario straordinario, ha prima revocato per giusta causa il C.d.A. della partecipata ASE S.p.A. e poi ha chiesto al Giudice di accertare se vi siano le gravi irregolarità da porre a sostegno della revoca per giusta causa, dimostrando in tal modo di non aver ben chiare le idee o, per meglio dire, dimostrando che la revoca del C.d.A. avesse piuttosto un fine diverso ed ultroneo, cioè quello di assumere subito il controllo della gestione, mediante un amministratore fiduciario non referenziato, né selezionato con la procedura prevista in Statuto, la qual cosa dà conferma del dedotto conflitto di interessi del socio, stante il perseguimento di interesse diverso e ultroneo rispetto agli interessi societari”.
Contestazioni, infine, sul mancato dialogo: “A fine ottobre 2023, la Giunta comunale Rotice è stata sfiduciata e il Comune a dicembre è stato commissariato. Persi i riferimenti politico-amministrativi, il C.d.A. ha chiesto con sollecitudine di potersi confrontare con il Commissario prefettizio che, tuttavia, non ha mai inteso concedere alcuna audizione allo stesso C.d.A., né si è in alcun altro modo interfacciato con il C.d.A.”. Si prospetta una lunga battaglia legale.