La Asl Foggia è prossima all’indizione della gara europea per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura per la realizzazione della Rems di Accadia. Prevista nell’ambito del programma per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G.) promosso dalla Regione Puglia, la Rems, Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza detentive, sarà realizzata nell’ex carcere alla periferia del comune, costruito negli anni ’80 e mai diventato operativo. Con l’approvazione del Documento di indirizzo alla Progettazione (deliberazione del Direttore Generale n. 537 dell’8 aprile 2024) si sono conclusi gli adempimenti propedeutici all’avvio della gara, previsti dal Nuovo Codice degli Appalti. Il Documento di indirizzo alla Progettazione contiene tutti gli elaborati tecnici già approvati (progetto di fattibilità tecnica e economica, planimetrie generali e settoriali, relazione tecnica illustrativa, per citarne alcuni in via esemplificativa) che oggi vengono integrati con il nuovo quadro economico derivante dall’implementazione dei fondi necessari alla realizzazione della struttura.
La Rems sarà, infatti, realizzata con finanziamenti pubblici per un totale di 7.500.000 euro così distribuiti: una quota di 2.936.439,11 euro è a carico dello Stato; 154.549,43 euro sono garantiti dalla Regione Puglia; 4.409.011,46 euro sono stati richiesti nell’ambito del Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027 e, solo temporaneamente, anticipati con fondi propri del bilancio aziendale (come da autorizzazione concessa dal Dipartimento di Promozione della Salute). La Rems è una struttura ricettiva a carattere sanitario, rivolta a pazienti psichiatrici autori di reati e finalizzata al definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Consente di dare una collocazione dignitosa a persone affette da disagio psichico e che, troppo spesso, vengono collocate in strutture non sempre idonee ai casi specifici, anche da un punto di vista organizzativo. Scopo principale delle REMS è l’avviamento di un percorso terapeutico-riabilitativo che permette, alla fine della pena, il reinserimento familiare e sociale dei detenuti. La nuova struttura di Accadia, 20 posti letto, si svilupperà su due livelli e sarà dotata di un’area abitativa, ambienti comuni, locali dedicati alle visite dei familiari e spazi verdi esterni. Secondo il modello pugliese, la Rems sarà gestita dal Dipartimento di Salute Mentale, a garanzia dell’assistenza e dell’attivazione di adeguati programmi terapeutici.
Un “modello” di riferimento nazionale nell’ex carcere di Accadia
Il complesso dell’ex carcere mandamentale si estende su un’area di circa 5.705 metri quadrati, recintati da un muro alto 7,50 metri. È costituito da un corpo di fabbrica esterno alla recinzione muraria (ex locali uffici) che sviluppano una superficie di circa 750 metri quadrati, mentre la rimanente parte della struttura, interna alla recinzione, è costituita da tre corpi ad un piano per una superficie complessiva di circa 1.400 metri quadrati.

“L’intero complesso – è riportato nel progetto -, tra l’altro di dimensioni e consistenza notevoli, destinato a carcere mandamentale risulta dismesso ormai da decenni ed è in cattivo stato di conservazione, così come si evince dal degrado degli intonaci dei paramenti murari esterni, dalla copertura fatiscente che causa l’infiltrazione di acque meteoriche all’interno del complesso edilizio, dalla presenza di muffe ed efflorescenze evidenti, oltre alla presenza di segnali di dissesto, in assenza di qualsiasi intervento manutentivo nel corso degli anni”.
“L’obiettivo del progetto è quindi quello di realizzare un modello architettonico tipo, che sia di riferimento sia a livello regionale che nazionale – scrive il Rup Marcello Tedone nella relazione di accompagnamento -. Per fare ciò è stato necessario progettare la struttura in maniera partecipata, in stretta collaborazione con il pool sanitario della Asl Foggia e con il team tecnico del comune di Accadia. Il complesso carcerario esistente, risalente ad oltre 30 anni fa, attualmente versa in uno stato di degrado diffuso. Una prima ipotesi progettuale ha riguardato la possibilità di recuperare la struttura esistente e convertirla in una Rems, adeguandola ai requisiti richiesti dalla normativa vigente. Le valutazioni svolte hanno, tuttavia, fatto ritenere non efficace detta soluzione, considerando lo stato di deterioramento della struttura, la quale necessiterebbe di importanti interventi di ristrutturazione strutturale, dal punto di vista sismico e della riqualificazione energetica, con costi molto onerosi. Da tali considerazioni deriva la proposta di completa demolizione degli edifici esistenti e realizzazione di un organismo edilizio in grado di sfruttare a pieno le performance di nuovi materiali esistenti e le potenzialità delle nuove metodiche costruttive”.