“Il presidente della Regione ha accettato le dimissioni dall’assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia”. Questo lo scarno comunicato stampa diramato stamattina dalla Regione Puglia. Passo indietro, dunque, per Maurodinoia dopo l’arresto del marito Sandro Cataldo, condotto ai domiciliari con l’accusa di corruzione elettorale nell’ambito di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia su una presunta compravendita di voti per le elezioni comunali di Triggiano del 2021. Domiciliari anche per il sindaco Antonio Donatelli.
L’ormai ex assessora regionale è stata travolta dalla cronaca giudiziaria, la donna è infatti a sua volta indagata sia per questa vicenda ma anche per una presunta compravendita di voti risalente alle Comunali 2019 a Bari quando venne eletta consigliera comunale. Un anno più tardi lasciò la carica per entrare nella giunta regionale di Emiliano. Ora ecco le dimissioni.
Il terremoto che ha travolto Triggiano
L’inchiesta conta 72 indagati e 10 misure cautelari e riguarda una presunta compravendita di voti per le elezioni comunali di Triggiano del 2021 vinte proprio da Antonio Donatelli. È emerso che nella disponibilità di alcuni indagati c’era un “database con più di duemila nominativi con numeri di telefono e fotocopie di carte d’identità e schede elettorali”.
Secondo l’accusa, Cataldo avrebbe utilizzato una rete di gregari con il compito di individuare e contattare cittadini triggianesi disposti a tributare il loro voto al candidato sostenuto in cambio di 50 euro a voto.
Cataldo, marito della Maurodinoia nei cui confronti è stata disposta una perquisizione, avrebbe escogitato un sistema per “controllare l’effettivo esercizio del voto in favore del suo partito politico e della moglie”. Ci sarebbero state “formule di voto costituite da segni identificativi che venivano imposte agli elettori” e che avrebbero permesso “ex post di verificare l’effettivo voto come concordato”.
Riflettori degli inquirenti su un’associazione finalizzata alla corruzione elettorale che avrebbe permesso di comprare voti anche alle amministrative del 20 e 21 settembre 2020 a Grumo Appula. Per quanto riguarda questo comune il risultato da raggiungere sarebbe stata la rielezione dell’allora assessore alla Sicurezza e alla Polizia municipale, Nicola Lella, oggi destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere. Tra i gravi indizi di colpevolezza raccolti ci sono due fogli su cui era riportato un elenco di cittadini-elettori già ‘catalogati’ per cognome, nome, data di nascita, cellulare, e sezione elettorale: a loro doveva essere versata la somma di 50 euro quale corrispettivo per l’acquisto del voto. In corrispondenza di più nominativi era stato già trascritto un ‘ok’ per certificare l’avvenuto ritiro della somma pattuita.