È durissima la sconfitta di Giuseppe Mainiero, il consigliere comunale che sosteneva la decadenza dalla carica della sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo. La sentenza del Tribunale di Foggia, sezione civile, presidente Concetta Potito, ha stroncato la tesi di Mainiero in 19 pagine.
“Rigetta il ricorso – si legge – e condanna Mainiero Giuseppe al rimborso, in favore di Maria Aida Tatiana Episcopo, delle spese di lite del presente procedimento, che liquida in 9.362,60 euro, oltre spese generali, I.V.A. e C.P.A. come per legge”.
E ancora: “Condanna Mainiero Giuseppe al rimborso, in favore del Comune di Foggia, in persona del sindaco, delle spese di lite del presente procedimento, che liquida in Euro 7.202,00, oltre spese generali, I.V.A. e C.P.A. come per legge”.
Infine, “condanna, altresì, Mainiero Giuseppe al versamento, in favore di Maria Aida Tatiana Episcopo, di Euro 12.753,46, ai sensi dell’art. 96, comma 3, c.p.c.”. In buona sostanza, una mazzata di oltre 30mila euro. Mainiero ha già annunciato ricorso: “Episcopo ha vinto il primo round”, ha commentato.
“L’abuso del processo perpetrato nel caso di specie – scrive la giudice – appare tanto più evidente se solo si considera che la presente azione è stata introdotta ponendo a base della stessa motivi privi di un reale fondamento, e ciò pur nella consapevolezza che il neo eletto sindaco è non solo impegnato nell’amministrare la città, ma anche nel ricostruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali, fiducia messa a dura prova dal recente scioglimento del medesimo Comune per infiltrazioni mafiose, rispetto al quale impegno l’azione popolare, per come promossa da Mainiero Giuseppe, finisce per integrare un mero atto di ostruzionismo politico e non – come dichiarato dal resistente – un atto di difesa dei cittadini dal ‘degrado amministrativo'”.
Furore: “Mainiero prigioniero della propria rabbia e dei propri fallimenti”
Così ha commentato l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Mario Furore, grande sostenitore della sindaca: “Ben conoscendo il rigore, lo stile, il rispetto di ruoli, prerogative ed istituzioni di Maria Aida Episcopo, non avevo alcun dubbio sull’esito del ricorso in cui Giuseppe Mainiero l’ha trascinata, non appena si è insediata come sindaca della nostra città.
Ma i magistrati della prima sezione civile del Tribunale di Foggia, nelle 19 pagine dell’ordinanza di rigetto, sono andati ben oltre quello che ci saremmo aspettati: hanno parlato di ‘abuso del processo’; di un’azione intrapresa con ‘motivi privi di reale fondamento, e ciò pur nella consapevolezza che il neoeletto sindaco è non solo impegnato nell’amministrare la città, ma anche nel ricostruire la fiducia dei cittadini nelle amministrazioni locali, fiducia messa a dura prova dal recente scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose’; hanno definito ‘ostruzionismo politico’ una linea spacciata da Mainiero come ‘un atto di difesa dei cittadini dal degrado amministrativo'”.
Per Furore “è la vittoria della città, rappresentata degnamente dalla nostra sindaca, sull’irresponsabilità, sull’incapacità di accettare un confronto sul piano politico senza scadere nell’insulto e nell’ossessione, di accettare ed elaborare una sconfitta, di rispettare il voto dei cittadini e il risultato delle urne. L’opposizione è sacra e fondamentale per la tenuta di un sistema democratico e in un’assemblea elettiva: ma Foggia non ha bisogno di un’opposizione unicamente animata da spirito di rivalsa e di vendetta, di una opposizione in campagna elettorale permanente e chiusa in uno spazio circoscritto riempito da monologhi deliranti, senza connessione con la realtà. E diventa grave e pericoloso quando si cerca di spacciare un certo modo di fare opposizione per verità assoluta, alimentando tensione e confusione all’interno e all’esterno dell’amministrazione comunale, anche a livello nazionale. Foggia merita ben altro. Merita amministratori capaci, onesti, responsabili, non tribuni improvvisati prigionieri della propria rabbia e dei propri fallimenti”.