È stata ribattezza “Farm Ghosters”, aziende agricole fantasma, la maxi inchiesta di procura e finanza che ha svelato una imponente frode previdenziale in provincia di Foggia.
È emersa l’esistenza di un sodalizio criminale, “con struttura piramidale e ripartizione dei ruoli, avente base a Cerignola”. Il sodalizio avrebbe perpetrato per anni una frode previdenziale ed assistenziale milionaria. Attraverso quattro società “fantasma” operanti nel settore agricolo sarebbero stati assunti nel corso del tempo 647 falsi braccianti agricoli per poi richiedere e percepire indebitamente indennità previdenziali ed assistenziali: disoccupazione agricola, assegni nucleo familiare, malattia e maternità per oltre 2 milioni di euro. I finanzieri, a seguito di una segnalazione dell’Inps scaturita da un’ispezione, hanno documentato l’inattendibilità e la non rispondenza al vero delle dichiarazioni rese dai lavoratori, che venivano istruiti su cosa rispondere in caso di controllo. Sono state avviate approfondite indagini che – mediante acquisizioni documentali, attività di osservazione, pedinamento e perquisizioni – hanno permesso di individuare un imprenditore del Basso Tavoliere ritenuto essere al centro della maxi frode (e destinatario di custodia cautelare in carcere).
Grazie alla collaborazione di un consulente fiscale e del lavoro, destinatario di misura cautelare agli arresti domiciliari, sarebbero state create imprese agricole ‘fantasma’, esistenti soltanto sulla carta, predisponendo uno schermo documentale per far apparire che tutto fosse in ordine in caso di controllo. Il consulente si sarebbe occupato di tutti gli aspetti della gestione contabile ed amministrativa delle società interessate, dalla predisposizione delle fatture false atte a dimostrarne l’operatività all’invio delle certificazioni uniche lavorative dei falsi braccianti. Una volta definita la fittizia assunzione, i lavoratori-fantasma avrebbero potuto avere accesso ai benefici ed alle indennità assistenziali, perfezionate dal responsabile di un Caf di Cerignola con la continua collaborazione di altro indagato, ritenuto al centro del sodalizio criminale. Il primo è stato destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, il secondo del provvedimento cautelare che ne ha disposto la custodia in carcere. In caso di difficoltà procedurali o istanze a rischio di rigetto, i responsabili del Caf sarebbero intervenuti grazie alla collaborazione consapevole di un funzionario Inps preposto al pagamento delle indennità, che ne avrebbe velocizzato la procedura ed assicurato la buona riuscita. Il funzionario è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Nel corso delle indagini coordinate dalla Procura di Foggia e sfociate nell’esecuzione dell’ordinanza cautelare nei confronti di 20 indagati, è emerso un secondo e parallelo filone investigativo, basato sempre sull’utilizzo di società fittizie, per agevolare, dietro pagamento di una somma di denaro, l’ingresso nel territorio nazionale di cittadini extracomunitari a fronte di assunzioni fasulle. Attraverso ulteriori società agricole fantasma gli indagati avrebbero richiesto l’assunzione di 337 lavoratori extracomunitari beneficiando del cosiddetto ‘Decreto Flussi’. In tal modo sarebbe stato garantito agli extracomunitari il rilascio del visto di ingresso in Italia per motivi di lavoro a fronte del pagamento di una somma di denaro, pari a circa 3.000 euro a persona. Per questo contestato il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Al centro delle attività indagate, l’imprenditore agricolo cerignolano in concorso con 9 procacciatori, sia italiani che extracomunitari, dislocati sul territorio nazionale, da Vasto a Rescaldina, da Montemilone fino in Francia. Tra questi rientra anche un pubblico ufficiale che in due occasioni avrebbe utilizzato l’auto di servizio per consegnare le somme raccolte al gestore della frode. Anche rispetto a tali indagati sono stati emessi provvedimenti di custodia cautelare in carcere. Il consulente fiscale e del lavoro avrebbe ricoperto un ruolo centrale, predisponendo il fatturato ‘cartolare’ delle aziende agricole fantasma con false fatturazioni, contratti di fitto di terreni fittizi e false idoneità alloggiative, documenti necessari a giustificare la richiesta di manodopera estera ai fini del rilascio da parte degli organi preposti al controllo del nulla osta all’ingresso degli extracomunitari nel territorio nazionale.
Dalle indagini è emerso anche il coinvolgimento di un ex funzionario prefettizio, ora in pensione, che dietro pagamento di somme di denaro, avrebbe messo a disposizione l’estesa rete relazionale di cui godeva in virtù del passato incarico per ottenere informazioni sulle pratiche migratorie e superare eventuali problematiche relative al rilascio dei nulla osta. È quanto emerso dall’inchiesta coordinata dalla Procura di Foggia che questa mattina ha portato i finanzieri a dare esecuzione a 20 misure cautelari. Gli indagati sono accusati a vario titolo di frodi previdenziali e immigrazione clandestina. A carico dell’ex funzionario prefettizio è stata disposta la misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Foggia. In totale, sono state individuate 337 istanze, di cui 263 accolte e che, grazie all’intervento già durante le indagini, non si sono perfezionate impedendo così il rilascio dei visti d’ingresso da parte dell’autorità consolare.