Più di un mero cartello elettorale. Progetto ConCittadino ha l’ambizione di cambiare la mentalità politica della città di Foggia.
Antonio De Sabato ex candidato sindaco e attuale consigliere di opposizione ha presentato alla ex Singer in via Arpi gli organismi del movimento insieme al neo coordinatore provinciale Alessio Lusuriello e al coordinatore cittadino Mercurio D’Aloia.
7 i punti nella carta d’intenti seguita dallo statuto: uguaglianza, giustizia sociale, sostenibilità ambientale, democrazia partecipativa, diritti sociali, economia e lavoro, cultura arte e interscambio, diritti civili e solidarietà.
“Non ci siamo mai persi. Ci siamo ritrovati come energia, per rendere la città dei cittadini affinché il Comune diventi la casa dei cittadini”, ha detto il commerciante.
“Noi abbiamo scelto di metterci la faccia come cittadini per farci sentire – ha rimarcato D’Aloia -. La città deve essere di chi la abita. E mi riferisco anchr ad una mentalità diversa rispetto alle amministrazioni precedenti. Dobbiamo esaudire e rispondere alle esigenze di ogni cittadino. Se ci sono dei bisogni primari irrisolti, non possiamo ambire a nulla. Dobbiamo passare da città a comunità cittadina. Si tratta di portare avanti una nuova cultura. Crediamo nella coprogettazione e coprogammazione”.
In questi mesi De Sabato è stato tra i civici di opposizione il più dialogante con la Giunta Episcopo. Insieme agli attivisti di Progetto ConCittadino sta proponendo idee e programmi concreti.
“La nostra ambizione è che il Comune diventi la casa dei cittadini per dibattere valorizzando le risorse e le competenze locali. Chi sta al Comune non sostituisce i cittadini ma li rappresenta. Abbiamo iniziato a dialogare con alcune realtà del campo largo per costruire qualcosa per la città. Non ci interessano le ideologie o le etichette. Noi dialoghiamo con chiunque sia animato dai nostri stessi interessi. Le elezioni sono state solo una fase di inizio”, ha concluso il coordinatore cittadino.
Lungo e appassionato l’intervento di De Sabato. “Noi abbiamo un organigramma, un direttivo di persone vere. Qual è l’elemento di innovazione? Un gruppo di cittadini non ha voluto accettare la somma algebrica, ma vuole offrire una alternativa alla città. Faccio un passo indietro, mi avete mandato lì non per contrappormi ma per essere utile. L’opposizione serve a ricucire una visione di città che manca. Vogliamo essere l’elemento trainante anche in provincia. Dove potevamo arrivare se tutti credevano che una città diversa è possibile? Negli argomenti dell’amministrazione le fragilità e le povertà stentano ad emergere. In questo noi saremo radicali. A noi nessuno verrà a dirci cosa fare o non fare. Il problema della mafiosità non riguarda solo Foggia ma tutto il paese, non esistono eldoradi. Foggia ha vissuto un sistema oppressivo dei diritti. Dobbiamo puntare ad un cambiamento della mentalità. Assange non viene per caso, si è battuto per la libertà rispetto alla manipolazione dei pensieri. La città può cambiare laddove ce ne riappropriamo, laddove ricominciamo ad amarla. Abbiamo avuto una classe dirigente che non ha difeso la città”.
Secondo De Sabato non mancano le difficoltà nel campo largo di Episcopo. “Già adesso facciamo fatica a sentire quelle belle parole e quegli slogan”. Tante le sue proposte. Anzitutto il regolamento delle arti di strada, un centro di accoglienza per i senza tetto nell’ex Ariston immaginato insieme all’operatore sociale Benvenuto Grillo e un hub culturale nell’ex Ginnetto.
“Per un provincialismo bieco e sterile le eccellenze non fanno sistema. Possiamo fare parlare in bene della nostra città. È il concetto di cura che ci ha unito. Se c’è qualche amico a cui piace fare le ronde, a cui piace sparare sugli immigrati questo non è il suo posto. Le nostre promesse sono per realizzare dei punti per cambiare la città, a Foggia si è scambiato il diritto per il favore”.
L’idea di De Sabato è “aprire un varco” nella maggioranza. “Loro sono troppo eterogenei e ancora confusi, noi sappiamo dove vogliamo andare. Noi non facciamo del bene alla città se facciamo ostruzionismo. C’è chi gode se i cittadini parlano male della sindaca. Noi no, il nostro ego deve essere messo da parte. Gli altri sono forti del Palazzo, noi siamo forti dei cittadini”. Presto sarà presentata la mozione per una Consulta del Commercio e un’altra per il bilancio partecipato per prendere una parte del bilancio e destinarla alla popolazione.
“I momenti di scoramento ci sono, nelle commissioni si deve operare, spesso non si lavora mentre invece possiamo creare i punti agli ordini del giorno. Noi non abbiamo interessi che ci hanno spinto nel palazzo. Noi non abbiamo avuto finanziamenti dai costruttori per entrare in Consiglio comunale. Ci serve una classe dirigente slegata dai comitati d’affari e dalla politica fatta di marketing. Dobbiamo ritrovare la partecipazione, coi social con whatsapp stiamo diventando amebe e corpi vuoti, vedersi e incrociarsi è bello. Vogliamo vivere la città. Siamo nel cuore pulsante di Foggia, sembra di stare in una città bombardata. Di cosa parliamo in campagna elettorale se poi tutti spariscono? A cosa serve avere un assessorato? Serve forse a chi non ha una attività.La città ha bisogno di dirsi la verità. Assange si è battuto per la libertà. A noi interessano i piccoli passi di qualità ma fatti bene”.
“Cultura e Welfare sono gli assessorati più ambiti perché ci sono gli affidamenti diretti alle associazioni di amici. Non lo permetteremo. Tutto devono partecipare e avere il diritto di lavorare. Il Ginnetto può essere un centro culturale. L’Ataf deve farsene una ragione. L’assessora Lucia Aprile ci ha dato l’ok per gli orti urbani “.
Nel direttivo di Progetto ConCittadino siedono De Filippis, Sepalone, Pino Saggese, Camarca.
Vito De Filippis è stato un candidato consigliere. “Ho abbracciato tra i primi il gruppo a livello embrionale. Abbiamo trovato un varco per collaborare, abbiamo conosciuto assessori e consiglieri quando non erano ancora nessuno. Il nostro programma coincide con le idee di alcuni di loro, non bisogna demonizzare tutti. I punti di Lucia Aprile e Francesco Strippoli a noi piacciono. Questo è buono. Nelle linee programmatiche della sindaca c’è un vuoto: come si può pensare a Foggia città turistica se a pochi passi dalla Cattedrale Piazza Baldassarre è diventata un orinatoio? Perché non si pensa ad una riqualificazione del centro storico? Foggia non deve diventare come Bari, che ci ha messo 20 anni ad una rinascita, ma può copiare le pratiche positive”.