Ben 126 pagine per ricostruire la figura di Rocco Moretti, 74enne boss di Foggia detto “Il porco”. Il Tribunale di Bari, sezione III in funzione di tribunale di prevenzione, ha motivato in lungo e in largo il maxi sequestro di 2,5 milioni dando l’ok alla proposta formulata dal procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi e dal direttore della Dia di Foggia, Paolo Iannucci.
Il capomafia, attualmente al 41 bis nel carcere de L’Aquila, lo stesso che fu di Messina Denaro e che oggi ospita anche l’ex latitante viestano Marco Raduano, suo alleato, “vanta una storia criminale di lunghissima durata e di assoluto spessore – riporta il provvedimento -, costellata da numerose condanne definitive, in quanto appartiene a un’associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416-bis c.p.”.
Moretti è considerato il capo della “Società Foggiana”, una organizzazione criminale ritenuta dalla “spiccata vocazione affaristica” e con “una notevole capacità di infiltrarsi nei tessuti politico-imprenditoriali radicati non solo nel territorio foggiano”.
“Oggi – è scritto ancora -, la mafia foggiana, al pari delle altre organizzazioni criminali presenti sul territorio nazionale, ha permeato le sue propaggini all’interno delle attività imprenditoriali e nel tessuto politico sino a determinare lo scioglimento del Consiglio Comunale della città, stringendo alleanze anche con importanti cartelli mafiosi radicati in altre regioni italiane”. In una nota si cita l’operazione “Filigrana” che disarticolò una joint venture tra “Società Foggiana” e clan dei Casalesi per le produzione di banconote false.
Gran parte della vita, Moretti la sta passando in cella. Risulta detenuto quasi ininterrottamente a partire dal primo arresto avvenuto il 7 luglio 1989. Da quel momento, il boss ha goduto di un periodo di libertà assai limitato e circoscritto all’arco temporale ricompreso tra il 31 luglio 2014 e il 14 novembre 2014 (meno di 4 mesi) e tra il 6 aprile 2016 e il 9 ottobre 2017, un anno e 6 mesi circa.

Suo erede naturale il figlio Pasquale detto “Il porchetto”, oggi al 41 bis a Spoleto. “Accanto a lui – riporta il documento -, si staglia il figlio, Pasquale Moretti, nuovo padrino, incoronato dalla frase lapidaria intercettata in carcere ‘ora il bastone è passato a te’, con eguale vocazione stragista e dominante. Emerge anche la figura della sorellastra Anna Rita (nata da una seconda relazione del boss), con ruolo apicale nel gruppo, così come riconosciuta dal padre che ne esalta le virtù mafiose e di comando. Intorno a lui un arcipelago mafioso fatto di nuove economie mafiose, di armi in quantità, di nuovi uomini fedeli, dentro lo zoccolo duro familiare che fornisce impenetrabilità al gruppo”.
Ci sono poi le alleanze. A Orta Nova il clan Gaeta di cui fa parte Andrea Gaeta “Spaccapallin”, marito di Concetta Moretti, figlia di Rocco Moretti nata dalla prima unione – come Pasquale – con Luisa Poppa, a San Severo il clan Testa-La Piccirella, sul Gargano i Lombardi-Scirpoli-Raduano, a Trinitapoli il clan Gallone-Carbone.
I beni sequestrati
Gli investigatori hanno posto i sigilli ad una serie di beni. Spicca il complesso immobiliare con villa in Contrada Fazioli, agro di San Giovanni Rotondo, intestato a Chiara Baldi, attuale compagna di Moretti e madre di Anna Rita Moretti e Stefania Moretti. Si tratta di tre fabbricati ed un terreno, stalle, scuderie, rimesse e autorimesse.
C’è poi un complesso immobiliare in via D’Angiò a Orta Nova intestato alla figlia Concetta, struttura che ospita un noto locale.
Nella lista anche i beni intestati al genero Paolo Di Cesare coniugato con la figlia Stefania, ovvero due immobili in viale Fortore a Foggia.
Gli investigatori hanno collegato al boss le attività di Di Cesare, appartenente all’Aeronautica Militare e ritenuto dagli investigatori “attivo nella compravendita di veicoli e di pellet presso la sede operativa della Mainiero Cars, impresa poi rilevata dalla Bomodi Srl”.
La ricostruzione prosegue con “Euroshop” in via Guido D’Orso a Foggia, un negozio di articoli per la casa intestato alla compagna di Anna Rita Moretti. Sotto sequestro anche quote e compendi aziendali della “Nova Caffè” di Concetta Moretti a Orta Nova.
“Altro settore di attività in cui Moretti ha immesso i capitali illeciti – si legge – è quello dell’intrattenimento e della somministrazione di bevande e alimenti, avendo egli gestito la discoteca Histoire, attualmente non più attiva. Risulta tuttavia ancora attiva, almeno formalmente, la società che ha gestito la predetta discoteca, ossia la Multiservice s.r.l.s.”.
Innumerevoli, infine, i conti correnti colpiti, tutti intestati a figli, generi, compagne e nipoti acquisiti. Tra i beni mobili si contano dieci tra auto e veicoli commerciali.