L’assemblea generale della Camera del Lavoro Territoriale di Foggia ha eletto Gianni Palma nuovo segretario generale. Succede a Maurizio Carmeno, arrivato a scadenza di mandato. I lavori questa mattina nell’auditorium della sede Cgil a Foggia, con la presenza della segretaria generale del sindacato pugliese, Gigia Bucci.
Palma, 47 anni, laurea in giurisprudenza, sposato con due figli, già coordinatore della Camera del lavoro di Manfredonia, è stato dal 2003 al 2010 nella segreteria provinciale della Filcams, prima di assumerne la guida. Nel 2018 l’ingresso nella segreteria provinciale fino all’elezione di oggi a segretario generale del sindacato dal quadrato rosso di Capitanata.
Nel suo intervento Bucci ha ringraziato Carmeno per il lavoro svolto, “in un territorio non facile, che fa fatica a trovare un indirizzo di sviluppo sociale e politico, gravato dall’invasività delle organizzazioni criminali, ma che ha grandi potenzialità e risorse. La Camera del lavoro è un presidio e un valore sul piano progettuale e delle proposte. La sfida è difficile ma la scelta dell’assemblea ricade su un compagno che ha maturato esperienze sul territorio, nella contrattazione categoriale, che ha competenze e può contare su un gruppo dirigente preparato. Una scelta che va anche nel solco del rinnovamento anche generazionale che la nostra organizzazione ha intrapreso a ogni livello in Puglia. A Palma e a tutta la Cgil di Foggia non mancherà il sostegno del livello regionale certi che assieme possiamo svolgere il nostro ruolo di rappresentanza per dare risposte a lavoratori, pensionati, cittadini che aspirano ad avere buona occupazione e uno stato in grado di dare risposte sul piano delle tutele e dei diritti fondamentali”.
Nel saluto all’assemblea, Maurizio Carmeno ha ricordato i difficili anni affrontati, “tra crisi e pandemia. Ma abbiamo rilanciato il nostro radicamento sul territorio, realizzato le ristrutturazioni delle nostre sedi a partire da quella di Foggia e Cerignola, abbiamo svolto fino in fondo il nostro ruolo programmatico ai tavoli del partenariato sociale e istituzionale, dal Patto per la Puglia ai progetti del Pnrr, dallo sviluppo delle aree interne ai temi dell’accoglienza dignitosa per i migranti. Senza tralasciare le iniziative di carattere culturale e valoriale. Questa provincia ha bisogno di una Cgil sempre più forte, e sono certo che tutti lavoreranno per questo”.
Nella sua relazione, Palma è partito dalle condizioni di contesto che vive il territorio di Capitanata. “Gli indicatori economici e sociali, dal lavoro alle povertà, restituiscono un quadro allarmante. Perdiamo anno dopo anno popolazione con il serio rischio di desertificazione demografica. Lo scioglimento di sei amministrazioni comunali, tra cui quella della città capoluogo, per infiltrazioni mafiose denota la pervasività delle mafie nella vita pubblica. Noi abbiamo bisogno di lavoro, di buona occupazione. Vogliamo che lo Stato sia presente non solo sul versante repressivo e giudiziario nel contrasto alle illegalità, ma in termini di investimenti, di qualità e quantità dei servizi. Si sostiene la crescita di un territorio anche garantendo una buona sanità, l’accesso all’istruzione, un welfare che si faccia carico del disagio crescente. Non ci sembra vadano in questo senso i tagli del Governo, la legge sull’autonomia differenziata che spacca in due il Paese. Fare questo a queste latitudini significa fare un favore alle mafie”. Per il neoeletto segretario “tagliare le risorse del Pnrr destinate alla coesione significa non ricostruire quella fiducia dei cittadini verso le istituzioni, negare opportunità di crescita collettiva”. La proposta allora è “a tutte le istituzioni, le parti sociali, il mondo della ricerca e universitario, le associazioni, il sistema delle imprese. Costruiamo un Patto per il lavoro e la legalità per la Capitanata. Non un foglio di carta o libro dei sogni, ma un programma di interventi, sociali, economici, infrastrutturali, necessari a questa provincia per invertire la rotta, attrarre investimenti, difendere e valorizzare le imprese che ci sono, i settori a forte vocazione territoriale. Dobbiamo pretenderlo come sindacato e come cittadini, ma dipende anche dalla nostra capacità di organizzazione di proposta. Noi ci siamo a faremo la nostra parte”.