Nel 2019 in provincia di Foggia le edicole esclusive erano 99. Oggi, invece, 94. Un dato in controtendenza rispetto al resto del Paese dove negli ultimi 4 anni hanno chiuso ben 2700 punti vendita. “Il problema non sono le edicole ma il prodotto editoriale che va male – spiega il vice presidente nazionale dello SNAG (Sindacato Autonomo Giornalai), il foggiano Renato Russo -. L’editoria è in forte crisi, ma non solo per colpa di internet, anzi io sarei l’uomo più felice se mio figlio leggesse un giornale sul tablet. Tendenzialmente gli italiani non leggono più i quotidiani. Il cartaceo è rimasto ancorato ad un modello vecchio, un prodotto ormai superato, così come è obsoleto il modello di distribuzione. Abbiamo bisogno di edicole informatizzate. Quindi più che puntare il dito contro gli edicolanti, metterei sul banco degli imputati il sistema editoria. Per esempio, le figurine dei calciatori non sentono minimamente la crisi. Oggi a Foggia quelle poche edicole che hanno chiuso non hanno abbassato le serrande perché l’edicola è antieconomica, ma perché i gestori sono andati in pensione e non c’è il ricambio generazionale”.
Luigi Prudente è uno storico edicolante di via della Repubblica, e la pensa allo stesso modo. “Il nostro settore è in crisi, è vero per mancanza di liquidità, ma soprattutto per le politiche sbagliate dei quotidiani. Poi soffriamo anche il fatto che non abbiamo percentuali a nostro favore, sono percentuali del dopoguerra. Oggi in edicola viene prevalentemente l’over 50, i ragazzi nemmeno per sogno”. E gli edicolanti sono stati costretti a reinventarsi un nuovo lavoro. “Giocattoli, giochini, bibite ci permetto di fronteggiare l’urto dell’editoria”. I quotidiani che ancora resistono? “Corriere della Sera e Gazzetta del Mezzogiorno, ma credetemi, poche copie rispetto al passato. E ribadisco per colpa di politiche sbagliate”.