Derubricare il reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale con riduzione delle pene a 10 e 7 anni. Questa la richiesta della pg Carmelo Rizzo che ieri in appello a Bari si è espressa sul caso di Donato Monopoli, il ragazzo di Cerignola ucciso di botte nel 2018 e deceduto a maggio 2019 dopo una lunga agonia in ospedale.
In primo grado vennero condannati i 29enni foggiani Francesco Stallone e Michele Verderosa, il primo a 15 anni e 6 mesi (chiesta la riduzione a 10), il secondo a 11 anni e 4 mesi (chiesta la riduzione a 7) per omicidio volontario. Avrebbero picchiato Monopoli nella discoteca “Le stelle” alla periferia di Foggia. Motivi futili alla base dell’aggressione. Stallone e Verderosa avrebbero “aggredito la vittima che aveva approcciato ragazze conoscenti degli imputati, e successivamente aveva protestato perché i due lo avevano urtato versandogli addosso un cocktail”. Ieri Verderosa ha anche reso spontanee dichiarazioni per sottolineare di non aver mai toccato la vittima.
D’altro avviso le parti civili che rappresentano i genitori di Monopoli. I legali hanno chiesto di confermare la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Foggia a maggio 2022.
Del tutto opposta la tesi dei difensori degli imputati che hanno chiesto l’assoluzione sostenendo che si trattò di una banale rissa tra foggiani e cerignolani e non ci sarebbe nesso tra pestaggio e morte della vittima, ma una perizia ha già escluso possibili responsabilità dei medici di “Casa Sollievo”. In ultima istanza hanno avanzato richiesta di derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale e minimo della pena.
Secondo il capo d’accusa fu Verderosa a dire a Donato Monopoli ed un suo amico, quest’ultimo rimasto ferito, la seguente frase: “Sai qui dove siamo? Siamo a Foggia”. Poi avrebbe dato un pugno all’amico di Donato. “In tal modo Verderosa agevolò, anche in virtù delle sue note abilità pugilistiche, la condotta criminosa di Stallone che dapprima sferrò almeno due pugni al capo di Monopoli con tale violenza da farlo cadere, quindi si pose a cavalcioni sulla vittima continuando a percuoterla con pugni fin quando non intervenne un amico della parte offesa che lo allontanò di peso”. Il verdetto è previsto il prossimo 20 marzo.
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