Una pagina social a suo sostegno, una chat di indignazione e tanti dubbi. La poliziotta in pensione Rita Montrone, il cui nome per mesi è stato sul tavolo del centrodestra per l’indicazione del candidato sindaco per poi essere sacrificato per ragioni spartitorie regionali dai Fratelli d’Italia, ci sta pensando.
Non ci sta ad essere una pedina di un cambiamento gattopardesco che potrebbe riportare sotto mentite spoglie e con civiche mascherate i poteri che hanno indotto il Comune di Foggia allo scioglimento per mafia. Alcune presunte e ventilate parentele scomode di Raffaele Di Mauro stanno suscitando non pochi malesseri in quei candidati consiglieri che cercavano un vento nuovo.
“Spero solo di essere supportata dal popolo foggiano che farà la differenza e sceglierà davvero di cambiare”, dice Montrone ai suoi amici.
Che sia la sua un’altra candidatura civica senza partiti dopo quelle già in campo di Giuseppe Mainiero, Nunzio Angiola, Tito Salatto e Antonio De Sabato?
Al momento c’è un suo messaggio. “Carissimi, possiamo fare la differenza. Possiamo creare una città in cui ognuno può prosperare senza paura. Questo non è solo il mio impegno qualora riuscissi, seppur con tempi brevi e con moltissime difficoltà a scendere in campo come sindaco, ma anche la mia promessa come cittadino e servitore dello Stato. Insieme, costruiremo una comunità più sicura, più forte e più unita. Nelle piazze cittadine e dagli umori della gente, si respira un’aria di scoramento e disinteresse generale nei confronti delle elezioni amministrative del prossimo 22 e 23 ottobre. Le persone sono stanche e sfiduciate perché non vi è discontinuità. Lottiamo insieme per la nostra città. Lottiamo insieme per il futuro dei nostri figli”.