“Nello scorso mese di giugno l’associazione Municipia, che ha già nel suo nome l’idea della centralità dei Comuni nell’edificio della convivenza civile e democratica, ha lanciato un appello perché le candidature a sindaco, dopo la lunga e dolorosa ombra del commissariamento, avvenissero in modo trasparente, all’insegna del confronto aperto e partecipato, libero da schemi ideologici e contrapposizioni di comodo”. Lo dichiara il presidente dell’associazione, Potito Salatto.
“Lo abbiamo proposto non per togliere valore o legittimità ai partiti, al contrario! – prosegue – Ma sulla base della consapevolezza dell’assoluta gravità della situazione economica, sociale e morale in cui versa la nostra città. Una gravità che a mio sommesso parere richiederebbe un governo di salute pubblica nel quale si sentano impegnati tutti i cittadini di buona volontà e tutte le persone perbene che in questa città abbondano”.
“Purtroppo il nostro appello non è stato tenuto in sufficiente considerazione: nel massimo rispetto delle diverse personalità di cui si ipotizza la presentazione, verifichiamo che il sindaco di Foggia dovrebbe essere parte di un risiko nazionale o regionale, l’esito di una partita fra pochi, giocata nelle segrete stanze e successivamente offerta al Popolo”.
“Lo considero un errore esiziale – aggiunge -, che ripropone l’antico schema della Casta e distorce ancora una volta i meccanismi della rappresentanza. Non ci serve un sindaco che risponda –con tutto il rispetto- a Emiliano, a Conte, a Meloni. Ci serve un sindaco che risponda ai cittadini di Foggia, tutti. Che difenda la vivibilità e il decoro della città, che potenzi i presidi di legalità, tuteli un diritto alla salute oggi sempre più precario e sottragga il bisogno al letale abbraccio della criminalità.
La nostra associazione ed io personalmente faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità perché le prossime elezioni amministrative segnino l’autentico riscatto e la vera rinascita di questa città. E speriamo –in questo- di poter avere il sostegno e l’appoggio di quanti non hanno scelto la rassegnazione”.