La commissione straordinaria del Comune di Foggia, sciolto per mafia nell’agosto del 2021, così come previsto dalla norma, per assicurare la qualità e la trasparenza dell’attività amministrativa e migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese e procedere alla costante e progressiva semplificazione e re-ingegnerizzazione dei processi anche in materia di diritto di accesso, ha approvato il “Piao”, il Piano Integrato di Attività e Organizzazione 2023-2025, che tra le tante direttive individua nel dettaglio tutte le attività in cui potrebbero insinuarsi fenomeni criminali con la “mappatura dei processi” e detta le regole del sistema di gestione del rischio corruttivo nell’Ente.
Le attività a più elevato rischio di corruzione sono diverse e attengono ad assunzioni e progressione del personale; al conferimento di incarichi di collaborazione e consulenza; all’affidamento diretto di lavori, servizi e forniture e affidamento con procedura ristretta semplificata di lavori, servizi e forniture. I rischi sono all’ordine del giorno nei controlli in materia edilizia e in materia tributaria, nella concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati. Vi può essere corruzione nel rilascio di permessi Dia e Scia edilizi; nell’adozione degli strumenti urbanistici e di piani di lottizzazione; nelle retrocessioni di aree espropriate; nelle autorizzazioni ai subappalti; nelle autorizzazioni di impianti di telefonia mobile e in materia di condono edilizio.
Come fare a scongiurare infiltrazioni criminali? Anzitutto dentro l’Ente va fatta una mappatura dei rischi, esterni ed interni. Per ogni attività vanno individuate le fasi del processo, il livello di esposizione al rischio e le eventuali aree grigie.
Il livello di esposizione al rischio è determinato da diversi fattori abilitanti quali la mancanza di controlli interni, la mancanza di trasparenza, l’eccessiva regolamentazione, un esercizio prolungato ed esclusivo della responsabilità di un processo da parte di pochi o di un unico soggetto; la scarsa responsabilizzazione interna; l’inadeguatezza o l’assenza di competenze del personale addetto ai processi; l’inadeguata diffusione della cultura della legalità e la mancata attuazione del principio di distinzione tra politica e amministrazione.
Sulla base di quanto proposto dall’Anac, il Comune di Foggia ha stimato, nel Piao, la propria esposizione al rischio. La presenza di interessi, anche economici, rilevanti e di benefici per i destinatari del processo determina un incremento del rischio.
Grazie al progetto l’Autorità ha individuato una serie di indicatori di rischio corruzione utili per sostenere la prevenzione e il contrasto all’illegalità e promuovere la trasparenza nell’azione della Pubblica Amministrazione. Il progetto Misurazione del rischio di corruzione rende disponibile un set di indicatori per quantificare il rischio che si verifichino eventi corruttivi a livello territoriale, utilizzando le informazioni contenute in varie banche dati. Gli indicatori funzionano come red flags o alert che si accendono quando si riscontrano una serie di anomalie: ad esempio come le spie del cruscotto di un’auto o i software di rilevazione di un antivirus.
Importante per la mappatura è il rapporto tra il numero degli appalti con un importo a base d’asta compreso tra i 20.000 € e i 39.999 € e il numero degli appalti con un importo superiore ai 40.000 €. I dati sono tratti dalla Banca Dati nazionale dei contratti pubblici. L’indicatore segnala la possibilità di un comportamento volto a non oltrepassare le soglie previste dalla normativa al fine di eludere il maggior confronto concorrenziale e controlli più stringenti che, a sua volta, contribuisce a determinare il rischio di corruzione. Altro fattore determinante è il reddito medio dei residenti nel Comune in modo da comprendere il il grado di benessere socioeconomico che contribuisce a determinare il rischio di corruzione.