Tre persone uccise, un unico assassino? È quanto sospettano gli inquirenti dopo l’arresto di Giuseppe Rendina, 45enne di Trinitapoli (in foto), accusato di aver ammazzato a colpi di pistola l’agricoltore manfredoniano Giuseppe Ciociola, giustiziato con un colpo alla nuca l’11 marzo 2022 e i cerignolani Gerardo e Pasquale Cirillo, padre e figlio, morti il 30 luglio successivo.
Ci sarebbero sempre e solo i soldi dietro i tre omicidi. Indagando sull’uccisione di Ciociola, gli investigatori intercettarono Rendina e registrarono la tragica fine dei Cirillo che supplicarono l’assassino di risparmiarli. Il 45enne, però, non si fece impietosire ed ammazzò entrambi con un colpo di pistola alla testa. Poi coprì i cadaveri con una serie di tubi per l’irrigazione. Ciociola, invece, venne nascosto con un telo.
Il 45enne Trinitapoli ha ammesso di aver ucciso padre e figlio cerignolani e tra pochi giorni sarà sottoposto a udienza preliminare con possibile rinvio a giudizio. L’uomo, però, respinge le accuse sull’omicidio Ciociola dichiarandosi innocente.
Su di lui gravano intercettazioni, testimonianze ed altri elementi indiziari. Ma soprattutto, i tre agricoltori sarebbero stati uccisi tutti con una sola arma, una pistola lanciarazzi modificata per esplodere pallottole calibro 9.
I soldi: Rendina, come ricostruito dagli inquirenti in una nota stampa, avrebbe ricevuto 60mila euro in prestito da Ciociola e 20mila da Gerardo Cirillo per un’attività di ristorazione. Non riuscendo a restituire il denaro avrebbe deciso di ammazzare i suoi creditori.
Per il gip “sono emerse analogie tra i delitti in ordine al modus operandi ma anche in riferimento al contesto e al movente”. Le vittime erano tutte “legate a Rendina da rapporti di amicizia e lavoro e vantavano crediti nei suoi confronti”. Inoltre i luoghi sono gli stessi, ovvero le campagne vicino Zapponeta.
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