Non è bastata la presenza di Giuseppe Conte, tre volte in città a sostenere il candidato sindaco Roberto Fusco, per vincere la sfida di Brindisi. L’ultima tornata amministrativa con la pesante affermazione del centrodestra di governo, con alcuni apporti decisivi del terzo polo, getta un’ombra sulla possibile alleanza tra Pd e M5S per le elezioni post commissariamento per scioglimento per mafia del Comune di Foggia.
Non manca molto all’appuntamento di novembre, la data che presumibilmente sarà scelta per le comunali, ma il tempo è come se si fosse dilatato.
Secondo molti osservatori, il centrodestra – con i Fratelli d’Italia leader a Foggia e col vento in poppa a livello nazionale – se selezionerà un ceto politico adeguato potrebbe avere la meglio, nonostante le gesta poco gloriose della scorsa amministrazione, responsabile dello scioglimento.
La delandellizzazione insomma appare necessaria, sebbene l’ex sindaco non voglia farsi mettere da parte, seppur sconsigliato dai fedelissimi come lui incandidabili, e stia organizzando un accampamento di civiche che potrebbe essere guidato dal suo ex assessore della cosiddetta “Giunta dei Migliori”, l’ex giudice Salvatore Russetti, assai presente sulla scena pubblica con una linea negazionista della mafia e recentemente avvistato all’evento Municipia di Tito Salatto. Lo scouting dei due parlamentari meloniani Annamaria Fallucchi e Giandonato La Salandra però non ha ancora dato i suoi frutti. E la Lega è sempre più convinta di non essere gradita al tavolo del centrodestra.
Dall’altro lato le performance del M5S preoccupano molti. Nell’alleanza del Pd, il MoVimento quasi scompare. A Brindisi ha totalizzato il 5,9% contro il 13,90% dei dem. “Abbiamo sempre detto che la questione di Brindisi era temporale, ci saremmo occupati di Foggia dopo le amministrative di maggio, non abbiamo mai pensato che il destino di Brindisi fosse legato a quello di Foggia. Foggia ha una storia a sé, sono sicuro che nelle prossime settimane inizieremo questi colloqui con le altre forze, civiche, con le forze progressiste e vedremo cosa c’è da fare su Foggia. Sono fiducioso che faremo un buon lavoro”, osserva l’europarlamentare e coordinatore territoriale Mario Furore che preferisce non rispondere su Giuseppe Mainiero. Alla reiterata domanda “sarà l’ex consigliere comunale il vostro nome al tavolo?”, Furore glissa.
Del resto, non è un mistero che nel MoVimento si attenda una decisione sul nodo del limite del doppio mandato. Se esso fosse superato, l’assessora Rosa Barone non avrebbe più nessun impedimento ad essere candidata sindaca di una coalizione larghissima, che pescherebbe tra i moderati e nel mondo cattolico, oltre che sfondare a sinistra. Non sono pochi coloro che attendono i nomi ufficiali dei candidati sindaci, per calibrare le loro mosse.
Renziani e calendiani, con Lorenzo Frattarolo e Sergio Clemente in testa, si guardano attorno, con particolare interesse al centrodestra, benché il coordinatore Aldo Ragni smentisca tale traiettoria a l’Immediato.
“L’ipotesi di Massimo Zanasi nel centrodestra è tramontata anche per il ruolo da poco assunto nelle cliniche del Gruppo Salatto come direttore sanitario, il candidato sarà scelto da Raffaele Fitto, che ora è troppo impegnato con il Pnrr. Stiamo a vedere, sono convinto che Raffaele Piemontese farà uscire un nome dal suo cilindro”, dice un decano pronto a candidarsi col terzo polo.
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