Armi, tante armi. La Polizia di Stato ha spacchettato tutti gli involucri trovati a San Severo durante un’indagine su una possibile vendetta di mafia dopo gli omicidi di Matteo Anastasio e Luigi Ermanno Bonaventura uccisi nell’estate del 2021. In carcere Antonio Bonaventura, 30 anni, Morris Miki Bonaventura, 19 anni, Alessandro Colapietra, 30 anni ed Ernesto Di Matteo, 33 anni. Ai domiciliari Valentina Annarelli, 32 anni, Anna Lori Fusillo, 50 anni e Soccorsa Vicciantuoni, 29 anni. Sospeso dal servizio un agente della polizia locale accusato di favoreggiamento.
Nel corso della fase esecutiva, la squadra mobile di Foggia, presso l’abitazione di uno degli indagati ha rinvenuto diverse armi, anche da guerra, aventi matricola abrasa, parti di armi e munizioni, sulle quali sono in corso i necessari accertamenti tecnici. Nello specifico, sono state sottoposte a sequestro: una mitragliatrice Uzi, Cal. 9 Luger, dotata di due caricatori e di silenziatore; una mitragliatrice Skorpio cal 7,65, dotata di due caricatori; due revolver calibro 357 magnum con matricola abrasa; una pistola semiautomatica marca Army modello 19.4 A1 calibro 45 a.c.p., munita di caricatore; una pistola semiautomatica Beretta modello 98FS calibro 9*21 con matricola punzonata, munita di 2 caricatori; un silenziatore di colore nero; un kit per la pulizia di armi corte e lunghe; 54 cartucce calibro 45 a.c.p.; 50 cartucce calibro 9*19 Lugher; 40 cartucce calibro 9*21; 50 cartucce calibro 38 Special; 50 cartucce calibro 7.65 Browning; 56 cartucce calibro 357 Magnum. Per tali fatti, nei confronti del detentore, oltre all’esecuzione della misura della custodia cautelare in carcere, è stato eseguito l’arresto nella flagranza del reato di detenzione illegale di armi e munizioni, anche da guerra, e ricettazione.
“È importante sottolineare che il presente procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari – riporta la Questura di Foggia – e che, all’esecuzione della misura cautelare seguirà poi l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti. Inoltre, l’arrestato, per questa vicenda, non può essere considerato colpevole sino a passaggio in giudicato della sentenza di condanna e che la sua posizione giuridica sarà oggetto di vaglio dell’autorità giudiziaria nel contradditorio tra le parti”.