“La Puglia, a differenza di altre regioni italiane, riceve dal Fondo Sanitario Nazionale circa 800 milioni in meno di quelli che riceve, per esempio, l’Emilia Romagna, a parità di abitanti. È un problema di spesa storica, è stato sempre così. Provate a immaginare cosa sarebbe potuto accadere se la Puglia avesse avuto sempre gli stessi soldi per abitante, come altre regioni. In questo periodo, a causa di oggettive difficoltà finanziarie del Governo, l’aumento del finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale non copre neanche l’inflazione, l’aumento dei costi di energia e dei contratti di lavoro che il Governo stesso ha stipulato. È come se, rispetto all’anno scorso o due anni fa, noi lavorassimo con un taglio profondo del finanziamento del fondo sanitario nazionale. Questa situazione ci crea difficoltà enormi”.
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano questa mattina, a margine dell’inaugurazione del nuovo presidio territoriale di salute al servizio della comunità di Cellamare.
“Stiamo drenando dentro il sistema sanitario tutto il denaro possibile – ha aggiunto Emiliano – ma non è giusto sottrarre soldi ad altri impieghi per sostenere una sanità che dobbiamo finanziare in Puglia con meno soldi di quanti ne ricevano altre regioni. Con l’aggravante che se non dovessimo dare gli stessi buoni risultati ottenuti negli ultimi anni nei quali siamo cresciuti moltissimo, rischieremmo delle sanzioni disciplinari. Aggiungiamo che in Puglia siamo scesi sotto i 4 milioni di abitanti, e ci hanno tolto altri 100 milioni di euro.”
“Tutto ciò sta sottoponendo il sistema ad uno stress non più accettabile. Ecco perché ho chiesto al Consiglio Regionale della Puglia una seduta monotematica sul finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale e sui finanziamenti del Fondo Sociale di Coesione che servono alla Puglia per integrare il proprio bilancio e che sono obbligatoriamente previsti per il Mezzogiorno.”
“Tutte queste questioni – ha concluso Emiliano – come anche la vicenda dei Giochi del Mediterraneo a Taranto, delle quali mi auguro il Consiglio Regionale parlerà a breve, sono centrali per il futuro della Puglia, per continuare a crescere e ad avere il ruolo guida del Mezzogiorno che abbiamo svolto fino ad oggi”.
Azione: “Buco di circa 200 milioni di euro”
“Emiliano si guardi allo specchio per sapere da dove proviene gran parte del disavanzo e di chi è la colpa del taglio dei servizi per coprirlo. Viene in gran parte dalla farmaceutica ospedaliera, con una spesa superiore al tetto di circa 200milioni per il 2022. Su questa questione e sul mancato rispetto dei tetti, la Giunta regionale non ha fatto mai rispettare le sue stesse decisioni e la legge regionale vigente prevede la decadenza dei DG Asl; nella realtà sono rimasti tutti al proprio posto e gli atti compiuti sono da considerarsi nulli”.
Lo dichiarano il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, il Consigliere Ruggiero Mennea, capogruppo, e il responsabile regionale sanità di Azione Alessandro Nestola.
“Sono anni che si pongono tetti sulla farmaceutica ospedaliera e nessuno li rispetta. E sono anni che a pagare il disavanzo sono i cittadini con tagli ai servizi. La classifica dello scostamento tra spese e tetto assegnato vede in testa la Asl Taranto con uno scostamento di euro 31.366.180 su un tetto di euro 90.003.184 (+ 34,85%), seguita da quella di Brindisi con uno scostamento di euro 23.896.542 su un tetto di euro 68.605.207 (+ 34,84%), Policlinico di Foggia con uno scostamento di euro 5.304.458 su un tetto di euro 17.250.062 (+30,75%), Bari con uno scostamento di euro 46.880.028 su un tetto di euro 160.254.389 (+ 29,95%), Lecce con uno scostamento di euro 34.222.357 su un tetto di euro 122.725.629 (+ 27,89%), Foggia con uno scostamento di euro 19.183.493 su un tetto di euro 71.304.644 (+ 26,90%), Policlinico di Bari con uno scostamento di euro 13.075.315 su un tetto di euro 49.182.428 (+ 26,59%) e BAT con uno scostamento di euro 14.760.891 su un tetto di euro 58.202.498 (+ 25,36%).
Per quanto riguarda gli IRCCS, invece, la percentuale più alta di scostamento è del De Bellis di Castellana Grotte con uno scostamento di euro 1.637.466 su un tetto di euro 4.279.595 (+ 38,26%), seguito dal Giovanni Paolo II di Bari con uno scostamento di euro 601.747 su un tetto di euro 16.591.662 ( + 3,63%). Insomma, lo scostamento complessivo per la farmaceutica ospedaliera del 2022 è stato di euro 190.928.457 su un tetto di euro 658.399.299 ( + 29%)”.