Programmare, progettare sviluppare. Sono gli obiettivi della neonata Comunità Politica, il cui battesimo si è avuto ieri in Sala Farina e che intende avviare un percorso di consapevolezza sulle brutture amministrative di Foggia fino ad arrivare alla costituzione di gruppi di lavoro che possano nei prossimi mesi decidere di candidarsi dentro un contenitore civico o all’interno dei vari partiti tradizionali.
Nel 2021 all’indomani dello scioglimento comunale per mafia il professore universitario Luciano Beneduce, tra i promotori della Comunità Politica insieme all’attivista Sasy Spinelli, all’operatore sociale e giornalista Michele Gramazio, al segretario provinciale di Sinistra Italiana Mario Nobile e a Fedele Cannerozzi
e all’attore e sociologo Pierluigi Bevilacqua, ha lasciato la sua comfort zone e ha cominciato ad interrogarsi. In prima fila Daniela Marcone, considerata da tanti la leader ideale per un riscatto di Foggia, che è stata una delle prime a firmare l’appello.
“In bici in giro per la città, cercavo i motivi del commissariamento nelle buche, tra i quartieri. 24 mesi di commissariamento sono tanti – ha asserito Beneduce -, abbiamo una sfida enorme, quella di far risalire Foggia dalla fossa. Foggia è fovea vero, ma mai era caduta così in basso, dal fosso dobbiamo provare ad uscire insieme. Avevamo bisogno di un noi. Non abbiamo bisogno solo di leadership autoproclamatesi o decise a tavolino. Abbiamo cercato l’autenticità, serve una politica del noi, questa politica deve misurarsi con la rappresentanza. La comunità politica nasce per cambiare una città difficile, riottosa e abbandonata da tanti ragazzi, dobbiamo metterci personalmente in gioco e sporcarci le mani”.
In sala, però, pochi giovani e moltissimi esponenti della sinistra più diffusa cittadina, facce e professionisti più o meno noti – dal professor Monteleone alle attiviste de La Merlettaia fino allo scrittore Giovanni Rinaldi – insieme a dirigenti di partito, giunti come uditori (Davide Emanuele, Gianluca Ruotolo), e protagonisti della scena politica recente (gli ex candidati sindaci Pippo Cavaliere e Giovanni Quarato, l’ex consigliere comunale Pasquale Cataneo, l’ex parlamentare grillina e poi verde Rosa Menga).
“Non c’è più niente da perdere – ha rimarcato Bevilacqua della Piccola Compagnia Impertinente -. Dobbiamo mettere in campo competenze, sono convinto che si debba fare un passo politico con una nostra lista civica. Abbiamo tutto da guadagnare con un metodo e senza sfide velleitarie. Se pensiamo di essere i rinnovatori con tre mesi di incontri ci sbagliamo”.
“Le esperienze che ho attraversato negli anni non hanno mai dato la possibilità di costruire un luogo collettivo umano e politico, spesso ci si è arenati per incomprensioni e incongruenze – ha ammesso Mario Nobile -. Che persone completamente diverse possano fare una sintesi per fare un passo avanti è importante, questo deve essere uno strumento e un luogo in cui fare politica e dare un contributo alla nostra città verso le elezioni ma anche oltre. La città è stata distrutta in 25 anni di malgoverno, è impensabile poterla aggiustare in pochi mesi, serve fare politica fuori dalle istituzioni e anche dentro. Le scorse amministrative e la scorsa campagna elettorale sono state una pessima esperienza in cui tante decisioni erano state già prese. Noi dobbiamo mirare a candidati diversi nuovi, non già usurati, provando a costruire delle liste differenti con una lista civica che provi anche con un dialogo con altre forze a cambiare le cose. Proviamo a darci una organizzazione con un coordinamento provvisorio La politica o è una impresa collettiva o non è”.
“Nessuno ha mai detto come vede Foggia tra 20 anni, oggi la vedo come un loop i problemi si ripetono ciclicamente evitando di commettere gli stessi errori. Foggia ha tanti spazi occupati dove il cittadino non può andare. Celone Cervaro le borgate sono contenitori di degrado”, è stato l’intervento del tecnico Arpa Maurizio Marrese, referente del WWF locale.
Dura Rossella Ciavarella de i Fratelli della Stazione: “Chi ha sopperito alla mancanza di politiche sociali in città sono stati i volontari che sono stati cacciati dai luoghi del potere nonostante rispondano alle esigenze della città. Il Comune manda le persone da noi per ricevere la residenza, è una cosa paradossale. Le associazioni si sono sostituite per troppo tempo alla politica. Se non abbiamo costruito delle politiche sociali è perché chi le guidava non ne capiva nulla e non voleva farsi aiutare. Dobbiamo creare una alternativa e programmare attraverso le nostre competenze, la forza sta nella diversità, penso che una comunità composta da soggetti così diversi possa essere un vantaggio perché mette insieme voci che prima erano lontanissime”.
Ha paragonato la comunità al film di Stanley Kramer L’ultima spiaggia con Gregory Peck e Ava Gardner il cinefilo Tommaso Campagna dirigente Unifg, il quale ha anche pregato Marcone di mettersi alla guida di un eventuale movimento civico.
Alice Rizzi del Circolo Le Bigotte ha chiesto di non avere più di atteggiamenti tiepidi voglio sui diritti civili. “Voglio una comunità che si prenda la responsabilità del registro di genere e che spinga per l’approvazione della legge regionale contro la discriminazione di genere. Basta tiepidume”. Fabrizio Baia si è chiesto perché continuare a restare in una città senza più giovani.
“Vivere bene significa anche poter fare delle scelte giuste, non avere l’assillo di una città che ti azzanna. Questo diritto alla serenità ce l’abbiamo tutti, ascoltarci e conoscerci non ci fa male. Presentiamo una lista e presentiamoci alle elezioni? Io sono partita chiedendomi come il mio impegno personale possa impattare con la scelte politiche della città. Ci sono tante lacune e cose irrisolte. Voglio incoraggiare a costruirla questa comunità, non sono qui perché voglio candidarmi, voglio fare un percorso perché credo che questa città meriti ogni stilla del nostro impegno”, ha detto Daniela Marcone di Libera.