Per niente facile calarsi nei panni di Lolita Lobosco. Soprattutto infilarsi nelle sue scarpe, rigorosamente tacco 12. Perché il vicequestore del commissariato di Bari non è disposta a mortificare la sua prorompente femminilità nemmeno quando si lancia in un inseguimento o procede a un arresto. Ma Luisa Ranieri riesce nell’impresa, dando vita a una Lolita di straordinario fascino e sensualità. Dopo il successo della prima stagione, Lolita Lobosco, tratta dai romanzi di Gabriella Genisi, torna con altre sei serate, su Raiuno, da domenica 8 gennaio, sempre per la regia di Luca Miniero.
“Lolita è una donna del Sud, ma non come quelle dei vecchi stereotipi. È tornata a Bari dopo essere stata altrove e quindi osserva il modo di vivere della sua città con occhi diversi, con un certo distacco. Come capita a me quando torno a Napoli. È una donna legata alle sue radici ma proiettata in avanti. Una donna che ha messo al centro della sua vita il lavoro, coraggiosa, autorevole ma anche fragile: una fragilità che emerge ancora di più in questa seconda stagione”, spiega Luisa Ranieri. E afferma: “È come tutte noi, una donna di oggi, che non si identifica più solo con il matrimonio e i figli. Dal confronto con il pubblico che mi ferma per strada o mi scrive sui social, quello che viene fuori è che la sua imperfezione la fa sentire vicina alle altre donne. Molte ragazze giovanissime si identificano con Lolita. Perché non si nasce per essere solo madri e mogli, ma si nasce per vivere una vita in cui potrai anche essere moglie e madre ma potrai anche scegliere di non esserlo”.
Molto soddisfatta Gabriella Genisi di come l’attrice ha reso il suo personaggio: “Non potrebbe esserci una interprete migliore di Luisa Ranieri. Ho ritrovato il personaggio al cento per cento, con la giusta cifra di malinconia e leggerezza”. Era stato Luca Zingaretti a intuire che il personaggio creato dalla Genisi poteva avere in sua moglie Luisa Ranieri l’interprete ideale. Intuizione giusta, visto lo straordinario successo e gli ascolti della prima stagione, secondi soltanto a quelli del Montalbano con Zingaretti, che di Lolita Lobosco è produttore, insieme ad Angelo Barbagallo.