Dopo tanta attesa è arrivata la relazione del Comune di Foggia commissariato per mafia redatta dall’ingegnera Maria Rosaria Mangiatorti per il corretto espletamento del servizio di Igiene Urbana. Si tratta di un piano tecnico – economico – finanziario e gestionale conforme alla normativa vigente del settore che regola l’attuazione e l’esecuzione del servizio di raccolta integrata dei rifiuti urbani nel territorio di Foggia, la cui approvazione costituisce il presupposto per l’affidamento del servizio sul territorio comunale che tanto ha indignato negli ultimi mesi la cittadinanza per la presenza nauseabonda di monnezza per strada.
Il Piano industriale indica gli obiettivi minimi che il soggetto gestore dovrà garantire nel periodo di espletamento dei servizi. Esso fornisce un modello di gestione che prevede varie fasi attuative per il raggiungimento di obiettivi generali quali la valorizzazione del rifiuto, il riciclo, il contenimento della produzione dei rifiuti per raggiungere un valore percentuale di raccolta differenziata non inferiore agli obiettivi in termini percentuali previsti dalle norme di settore, e in generale ad un miglioramento del servizio. Tutti temi finora inattuati da Amiu Puglia ferma ad uno scarno 17% di raccolta differenziata.
Stando al piano ammonta a 11.675.811,80 euro il costo del personale con 271 addetti di cui 36 impiegati e 51 neo assunti. Si prevede un incremento per orari notturni di 388.676,09 euro all’anno che porta così la voce occupazionale a 12.064.487,89 euro l’anno.
Per il computo del costo delle attrezzature (cassonetti, bidoni carrellati, cassoni, ecc…) nel canone annuo sono stati considerati i costi di fornitura ed esercizio, che includono la quota di ammortamento, il costo di manutenzione e la quota di interesse sul capitale. Il periodo di ammortamento considerato è di 5 anni per bidoni e cassonetti mentre per cassoni e presse scarrabili è di 8 anni per un costo totale, qualora cofinanziato dalla Regione di 1.192.372,94 euro. Per i mezzi invece è previsto un costo di ben 3.341.597,34 euro.
Ci sono poi dei costi complementari che incidono in maniera importante sul canone. Si tratta di costi di gestione delle sedi e dei centri comunali di raccolta, che hanno visto numerose falle nell’amministrazione Landella. Si ricorderà la questione del mancato acquisto all’asta della sede di Via Bari così come il mancato utilizzo del centro di via Sprecacenere per gli inerti e gli ingombranti.
Nei costi complementari rientrano anche le spese generali (canoni di locazione immobiliare, consumi, contabilità fiscale e buste paga, polizze e fidejussioni, consulenze tecniche e legali, ecc..), nella misura di circa il 14% del costo industriale, le varie campagne di sensibilizzazione.
Come dimenticare la famosa “Foggia non è più un bidone”. Infine vanno annoverati anche gli oneri gestionali e altri costi accessori. L’intero costo del servizio secondo l’ingegnera non può essere inferiore a 21.794.310,42 euro, che a regime viene maggiorato raggiungendo così 22.752.641,00 euro.
Come rimarca nel suo atto dirigenziale Concetta Valentino il costo del servizio da porre a base di gara nelle procedure aperte deve essere incrementato dell’utile di impresa del 5% a garanzia di un utile ragionevole per il gestore.