I cerealicoltori solo un mese fa avevano minacciato di non volere seminare grano duro nei campi del Foggiano a causa dei continui aumenti dei costi di produzione. Oggi, nonostante i prezzi sono ancora in ascesa, hanno deciso di fare un passo indietro e di avviare i lavori di preparazione alla semina.
“È vero i costi di produzione – afferma il presidente di Confagricoltura Foggia, Filippo Schiavone – continuano a lievitare ma non possiamo pensare ad una Capitanata, che da sempre viene considerata il granaio d’Italia, senza grano duro. E’ come togliere la Fiat a Torino. Ad incoraggiare i nostri cerealicoltori è il prezzo del frumento duro che è tornato a salire. E’ pur vero che il seme e i concimi hanno raggiunto i massimi livelli, ma non credo nell’abbandono del grano duro in provincia di Foggia. Non vedo altre alternative”.
Schiavone teme pesanti ripercussioni sull’ormai prossima campagna dell’olio. “A causa dei costi energetici esorbitanti diversi frantoi del Foggiano potrebbero non aprire quest’anno. E poi c’è poco prodotto, oltre all’assenza di manodopera. Pertanto aspettiamoci un prezzo decisamente più alto del nostro olio che tuttavia per l’ottima qualità è tutto meritato”.