Continua senza sosta l’attività di prevenzione e contrasto alla criminalità svolta dai carabinieri del Comando Provinciale di Foggia. I militari della Compagnia del capoluogo, nell’ambito di una più ampia azione di contrasto al traffico di armi e droga coordinata dal Comando Provinciale di Foggia, hanno inferto un nuovo duro colpo al narcotraffico. Questa specifica attività criminale, sempre in continua evoluzione, è caratterizzata da una fiorente attività di spaccio al dettaglio, anche a causa dell’elevata richiesta di stupefacente da parte degli assuntori, purtroppo sempre più giovani.
Sabato 24 settembre scorso i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia foggiana coadiuvati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, hanno proceduto all’arresto in flagranza del reato di coltivazione illecita di sostanze stupefacenti di un 38enne, commerciante abusivo originario di Lucera. In particolare, nella tarda serata, i militari hanno sorpreso l’uomo di 38 anni in località Salice di Foggia, mentre coltivava una piantagione di canapa indica costituita da 39 piante di altezza compresa tra un metro e due metri circa, alimentata da un sistema di irrigazione collegato a cisterna su rimorchio. A seguito della successiva perquisizione domiciliare, all’interno di una roulotte, l’uomo è stato trovato in possesso anche di alcuni grammi di hashish e cocaina. Lo stupefacente è stato sequestrato e sottoposto ad analisi presso il Laboratorio Analisi del Comando Provinciale di Foggia e il ricavo stimato in circa 8000 dosi medie singole. Per il 38enne sono scattati gli arresti domiciliari su disposizione del pm di turno della Procura della Repubblica di Foggia.
“Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari – ricordano i carabinieri in una nota -. Al momento il pm competente ha ritenuto la sussistenza di un quadro indiziario grave tale da ritenere necessaria l’applicazione della misura cautelare da parte della relativa autorità giudiziaria di Foggia. Tuttavia, va precisato che l’indagato non può essere considerato colpevole fino alla sentenza di condanna definitiva”. (foto archivio)