Ha scatenato numerose reazioni social la notizia della “pax criminale” all’interno della “Società Foggiana”. Un recente sacramento ha siglato l’unione indissolubile tra Sinesi-Francavilla e Bruno dopo anni di agguati, omicidi e tentati omicidi. I Bruno, storicamente alleati con i Moretti-Pellegrino-Lanza, hanno riannodato i fili con la batteria di Roberto Sinesi grazie al vincolo familistico, un fattore che da oltre 40 anni tiene in piedi l’organizzazione criminale di Foggia.
Matrimoni, battesimi e quant’altro sono da sempre un viatico per ricostruire rapporti tra clan. È già successo sul Gargano dove i Miucci e i Lombardone hanno messo alle spalle vecchi rancori in seguito alle nozze tra componenti delle due fazioni. Le famiglie, oggi legatissime, completano il clan dei Montanari individuato ora con i nomi Li Bergolis-Miucci-Lombardone.
Risale al 2003 il summit ad “Orti Frenti”, nelle campagne di San Giovanni Rotondo, tra i vertici del gruppo Lombardone e i fratelli Matteo, Armando e Franco Li Bergolis detti “i Calcarulo”, alleati proprio dei foggiani Sinesi. Sul tavolo varie questioni tra cui quella dell’omicidio di Michele Santoro alias “Mangiafave”, factotum dei Li Bergolis, entrato in contrasto con Matteo “Lombardone” Lombardi per una storia riconducibile ad appalti. Messo alle strette, “Lombardone” si fece scappare un “sono stato io”, frase che gli costò 14 anni di carcere. L’uomo non sapeva che alcune cimici piazzate dai carabinieri su soffiata di Franco e Mario Luciano Romito stavano registrando l’intera conversazione.
“Lombardone” fu quindi condannato, ma non per mafia: secondo i giudici avrebbe agito per salvare la vita al figlio, quest’ultimo minacciato da “Mangiafave”. Quel summit doveva dunque appianare le incomprensioni ma gli arresti di “Iscaro-Saburo”, maxi operazione del 2004 contro la mafia garganica, fece slittare la pace. Oggi è tutto alle spalle. I “Lombardone”, imparentati con i Li Bergolis, avrebbero dunque riannodato il rapporto con il reggente del clan Enzo Miucci “U’ Criatur”, cugino dei fratelli montanari (tutti in carcere a scontare lunghe detenzioni) e nipote del patriarca defunto Ciccillo Li Bergolis. (In foto, l’omicidio di Ciccillo Li Bergolis)
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