Spunta anche l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese (in foto) nella maxi inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex senatore Salvatore Ruggeri (prima Udc e poi Popolari per Emiliano). Nell’ordinanza cautelare di 338 pagine ci sono i nomi di Palese e di sua figlia, ma i due non risultano nella lista degli indagati.
Al centro dell’inchiesta, oltre a Ruggeri che avrebbe ottenuto sesso in cambio di posti di lavoro, anche una suora, suor Margherita Bramato, 72enne di Tricase, interessata ad implementare i finanziamenti pubblici tramite una collaborazione tra l’Ente Ecclesiastico “Panico” di Tricase, di cui è rappresentante legale, e l’Asl di Lecce. La suora si sarebbe impegnata affinché l’azienda sanitaria acquistasse prestazioni dialitiche erogate dall’Ente “Panico” presso la propria struttura “Santa Marcellina” a Castrignano del Capo; per tale obiettivo, si sarebbe assicurata prima la “disponibilità” in Regione dell’allora assessore Ruggeri, e anche per il suo tramite di Rodolfo Rollo, direttore generale dell’Asl di Lecce, sospeso dopo lo scandalo.
“Esplicito nel disegnare il sistema corruttivo ordito dalla Bramato – si legge in ordinanza – è il contenuto della conversazione registrata il 5 aprile 2020 tra Don Andrea Carbone parroco di Depressa, frazione di Tricase, ed Ecclesia Luigi, uomo di fiducia di Salvatore Ruggeri, laddove offre uno spaccato della disinvolta mala gestio dell’Asl di Lecce da parte dei dirigenti – il direttore generale Rodolfo Rollo, e in passato Rocco Palese, già deputato e consigliere regionale, di recente rientrato in servizio presso il Distretto Socio Sanitario di Gagliano del Capo (‘Perchè Palese comunque in passato, voglio dire, si è interessato tanto…’), pronti ad accogliere le istanze della direttrice dell’Ospedale Panico in cambio di posti di lavoro per i rispettivi figli”.
“La P.G. – riportano gli inquirenti – ha accertato tramite verifica in banca dati A.N.P.A.L. che anche M.P. figlia di Rocco Palese, è stata assunta presso l’Ente Ecclesiastico ‘Panico’ in data 2 marzo 2020 con contratto a tempo determinato”.
In una nota giunta in serata ai giornali, Rocco Palese dichiara: “Sono stato informato dai giornalisti che negli atti dell’indagine in corso è emerso il mio nome e quello di mia figlia. Non conosco gli atti, ma posso affermare con certezza che sia io che mia figlia siamo totalmente estranei ai fatti. Il percorso professionale di mia figlia è maturato autonomamente quando io non avevo alcun ruolo politico. Sono stato dirigente medico presso il PTA Gagliano del Capo e poi responsabile delle sale operatorie accreditate. Solo alla fine del 2020 sono stato nominato direttore del distretto, e quindi ben dopo il percorso lavorativo di mia figlia. Quindi anche rispetto a questo ruolo non c’è alcun nesso tra le due vicende. Certo di aver offerto alla stampa tutti i chiarimenti del caso nel segno della trasparenza e correttezza, valori che hanno da sempre ispirato il mio lavoro”.