Non ha portato bene a Felice Scirpoli, candidato sindaco a Monte Sant’Angelo sconfitto dal primo cittadino uscente Pierpaolo D’Arienzo, caratterizzarsi troppo sulla scia del civico Gianni Rotice, sindaco di Manfredonia.
Come l’ex numero uno di Confindustria Foggia, anche il docente montanaro aveva optato per una candidatura spiazzante, che ha lasciato delusi molti possibili alleati, primo fra tutti Andrea Ciliberti, che è andato ad ingrossare la lista di Progetto Comune, dove Rosa Palomba, amministratrice uscente al Turismo e alla Cultura ha superato i 770 consensi, risultando prima degli eletti nella città dell’Arcangelo.
È stata forse esiziale anche la strategia di collegare la bonifica dell’area ex Enichem, che è “provincia” di Monte, ai desiderata dell’ex confidustriale, che sembra aver bocciato il progetto di Seasif, già approvato al Consorzio Asi.
Il professor Scirpoli, uomo mite, perbene e assai stimato, era riuscito a coalizzare contro D’Arienzo tantissime anime ostili, che in questi 5 anni si erano sentite ignorate o trascurate dall’amministrazione a traino dem. Non solo i pentastellati del meetup di Pasquale Palumbo, ex collaboratore della parlamentare Marialuisa Faro, ma anche pezzi di sinistra, legata all’Arci e all’ambientalismo avevano scelto la civica “A Monte”, salvo poi ritrovarsi con la campagna elettorale svolta in piazza dai vari esponenti dei partiti maggiori del centrodestra, come l’europarlamentare leghista Massimo Casanova e il consigliere regionale meloniano Giannicola De Leonardis.
Infine non ha pagato per Scirpoli neppure la narrazione anti scioglimento per mafia, perpetuata in un convegno insieme al presidente della commissione antimafia Nicola Morra, sempre più ambiguo nelle sue posizioni sui provvedimenti governativi contro i Comuni che presentano il sospetto di infiltrazioni mafiose.