Una Venere oggi sarebbe accerchiata, derisa, omologata, oltraggiata. Parte da questo assunto la performance che è stata al centro del progetto “Beauty Full”. Alla scoperta della vera bellezza attraverso un percorso di introspezione”, realizzato dalle studentesse e dagli studenti della 4F, 3F e 2B dell’Istituto “Notarangelo-Rosati” di Foggia, diretto dalla dirigente Irene Sasso. Sapientemente guidati dall’attore e regista Alessandro Renella e dalla docente Lucia Palmieri, i ragazzi a conclusione del percorso, si sono esibiti nella palestra dell’istituto foggiano, al termine di un progetto che li ha portati a riflettere sulle fragilità e sul senso dei social.
“Sui social vediamo la fasulla perfezione. La vera bellezza è quella umana, fatta di contrasti. Da qui la scelta del nome ‘Beauty Full’, ovvero bellezza nella sua totalità. Il tutto incorniciato dal fiore simbolo di bellezza e purezza: la calla”, ha spiegato Renella. Sugli spalti le foto dei ragazzi con la calla ad indicare per ognuno la propria fragilità, la propria “difettosità”. Perché la bellezza è nei dettagli e anche nei “difetti”.
Il percorso si è diviso in tre parti. Nella prima, ‘Purezza e bellezza’, i ragazzi hanno affrontato la cosiddetta vita da social, ovvero la finta e filtrata bellezza che vediamo postata ogni giorno sulle piattaforme. La calla rappresenta lo scudo che protegge la parte ‘fragile’ di sé, rendendola bella agli occhi di chi guarda. In ‘Quadro di Venere’ è stata rappresentata ‘fisicamente’ la società ed il rapporto che questa ha con la bellezza. Da una parte la Venere , simbolo di bellezza pura, vestita di bianco e dall’altra la società divisa in due parti: quella che non sta bene con sé stessa e chiede aiuto alla Venere e quella malvagia e invidiosa che vuole solo distruggerla. Infine, in ‘Pensieri di bellezza’, è stato creato un quadro teatrale ‘parlato’ sui pensieri dei ragazzi. Un momento di riflessione sul tema bellezza.
Nella terza parte i giovani hanno recitato frasi fatte e stereotipi della bellezza, passando per la cultura popolare, quella dei detti, dei proverbi. Con i loro corpi gli studenti e le studentesse hanno trasfigurato tutto ciò che c’è di convenzionale o di artefatto per andare all’essenza.
“Noi siamo bellezza!”, hanno urlato alla fine della performance. Grande l’entusiasmo al termine della giornata. La dirigente Sasso ha parlato rivolta direttamente agli attori e a tutti coloro che sono stati coinvolti nel progetto, anche tra gli insegnanti: “La cosa importante è stato il lavoro svolto, voi ragazzi vi siete impossessati della scuola. Sono felice quando gli studenti possono sfruttarla e utilizzarla. I docenti sono pieni di realtà che possono donarvi, quando qualcuno va oltre il tempo scolastico si riesce a tirare fuori il bello, e i ragazzi hanno superato timidezze e incertezze. Oggi si sono lasciati andare e questo è il risultato più grande. Non hanno trascorso il loro tempo inutilmente, abbiamo rotto il ghiaccio continueremo. Sapevo di avere dei valori accanto a me”.