“La variante criminalità” è il titolo del dossier 2022 pubblicato da Libera – Contro Le Mafia. Un vero e proprio studio scientifico del fenomeno criminale su scala nazionale che cerca di capire quanto la pandemia abbia influito sull’aumento dei reati. Tra le zone della Penisola più permeate dal fenomeno criminale vi è la Puglia che trova le prime posizioni in quasi tutti i capitoli di questo dossier. Le aree di rischio vengono identificate con colori che rimandano alla classificazione emergenziale della pandemia (giallo, arancione e rosso). E la Puglia è tra le regioni più in difficoltà. Nel dossier sono stati elaborati dati e analisi delle forze dell’ordine, del ministero dell’Interno e degli studi e rapporti sul riciclaggio della Banca d’Italia; nonché inchieste giornalistiche e indagini giudiziarie.
Nel biennio pandemico 2020/2021 – così come riporta il dossier – le segnalazioni su sospetti reati hanno raggiunto complessivamente la cifra di 252.711 con un incremento del 24% rispetto al biennio pre-pandemico 2018/2019. In questo calcolo sono sette le regioni in zona rossa (Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio, Sardegna, Basilicata, Trentino Alto Adige) dove l’incremento percentuale nel biennio pandemico ha superato la quota del 25%. L’analisi dei dati rileva anche un boom di delitti informatici durante il biennio della pandemia (+38%), con la Puglia che ha avuto un incremento clamoroso dell’81%.
Sono tanti i campi di preoccupazione che riguardano il settore dell’economia. Questo soprattutto in virtù delle grandi progettualità del PNRR che andranno certamente a trasformarsi in lavori pubblici esposti al fenomeno corruttivo. La Puglia, inoltre, figura anche tra le regioni con il maggior tasso di segnalazioni in termini di ricilaggio pandemico (la cartina nella foto in alto). Trema il settore dell’edilizia, dove le truffe sui bonus governativi hanno portato la provincia di Foggia ad essere menzionata nel capitolo del dossier su questo tema. Non accenna a diminuire anche il fenomeno dell’usura, sintomo di grande difficoltà per famiglie e imprese.
Il quadro viene aggravato dall’incremento delle aziende destinatarie di interdittive antimafia. Aumentano quelle nel settore della ristorazione, tanto da pervenire all’individuazione del neologismo “risto-mafie”. Sono ben 3.919 nel periodo pandemico il numero di interdittive antimafia emesse dalle prefetture nei confronti di aziende controllate o condizionate dalle organizzazioni criminali, con un incremento percentuale del 33% rispetto al biennio 2018/2019. Un paese colorato di rosso con ben 14 regioni con situazioni record in Sardegna (+600%), Veneto (+471%), Trentino Alto Adige (+300) e Toscana (+170%). Anche la Puglia è nella zona rossa di questa speciale classifica.
“In questi due anni di Covid – spiega don Ciotti nella premessa – il contagio della variante criminale è arrivato, come dimostra questa ricerca, ai massimi livelli storici approfittando dello stallo politico, economico e sociale determinato dal virus. Picco raggiunto come sempre nell’ombra e perciò ampiamente sottovalutato nelle sue conseguenze. Questa variante ancora diffusa nel corpo sociale rischia di trasformare la ripartenza in una ricaduta nei virus di mafia e corruzione, una ricaduta dalla quale sarà difficile rialzarsi”.