È uscito dal campo in lacrime Abdoulaye Fofana. Dopo una lunga serie di insulti razzisti, sta pensando di lasciare lo sport che ama e che gli ha consentito di integrarsi. “Il calcio dovrebbe unire, non dividere – dice a l’Immediato -, ora sto perdendo la voglia di praticarlo. Domenica scorsa stavo cercando di calmare gli animi, e nel mezzo della confusione il capitano della squadra avversaria di mi ha insultato dicendomi ‘negro di m…, tornatene al paese tuo’. La stessa cosa è successa nella gara d’andata, dove ho subito 90 minuti di insulti razzisti, sia dal giocatori che dai tifosi. Per questo domenica non ce l’ho fatta e sono uscito dal campo piangendo…”.
Fofana, calciatore di 21 anni della Guinea della squadra Heraclea dei Monti Dauni che milita nel campionato dilettanti di prima categoria (girone C), sta pensando di lasciare dopo quello che è accaduto durante l’incontro di ritorno con l’Altavilla Irpina che si è disputato domenica scorsa, poi sospeso, sul campo di Rocchetta Sant’Antonio (Foggia).
“Gli insulti – racconta – erano già partiti dall’incontro di andata. Sono stato insultato e fischiato da calciatori e da spettatori per 90 minuti. Mi hanno detto di tutto”. Il giorno seguente all’incontro di andata, il calciatore ha ricevuto un sms di scuse da parte del presidente dell’Altavilla.
“Sono un ragazzo come te – gli ha scritto – che prova vergogna per le persone stupide ed ignoranti che credono che il colore della pelle possa essere importante nella vita”.
Nella partita di domenica scorsa il giovane guineano, che lavora per una impresa edile a Calitri (Avellino), è stato nuovamente apostrofato con insulti a sfondo razziale. Ma questa volta, ormai esasperato, ha reagito alle offese, inveendo contro chi lo attaccava. In campo si è scatenata una piccola rissa, al termine della quale l’arbitro ha deciso di sospendere la partita.
“Io sono orgoglioso del colore della mia pelle – dice il 21enne – Questo non mi impedisce di andare a lavorare, di giocare a calcio e di condurre una vita normale”.