Il Parco dell’Alta Murgia nella rosa dei parchi più virtuosi d’Italia per le azioni in campo volte alla tutela della biodiversità. L’importante riconoscimento arriva dal Ministero della Transizione Ecologica che ha attribuito un premio all’ente per la strategia di salvaguardia degli insetti impollinatori, le cui azioni hanno rispettato – in modo puntuale malgrado la pandemia – le indicazioni fornite dall’ISPRA e dall’Università di Torino, inquadrate nelle Direttive ministeriali 2019 e 2020. Il riconoscimento premia in particolare la gestione di “Alta Murgia: un Parco per api e farfalle”, progetto realizzato con Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, in altre occasioni già esaltato dal MiTE per la messa a punto di un sistema di valutazione e raccolta dati sulla presenza degli impollinatori.
«Con il progetto “Alta Murgia: un Parco per api e farfalle” – dichiara Francesco Tarantini, presidente PNAM – puntiamo a una maggiore comprensione del ruolo chiave degli impollinatori, ma anche a favorirne nel concreto la tutela con indagini e interventi sul territorio. Oltre a gratificarci, il riconoscimento del MiTE è un impulso ad accrescere l’attività di sensibilizzazione dei cittadini, spesso ignari dell’importanza di questi insetti. In agenda ci sono webinar ed eventi di educazione ambientale in occasione della Giornata mondiale delle api».
Quattro i parchi nazionali più virtuosi d’Italia: insieme al Parco dell’Alta Murgia ci sono il Parco dell’Arcipelago Toscano, il Parco del Cilento e il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga. Il riconoscimento consiste in un premio di oltre 25mila euro destinato alle attività di formazione del personale.
Il progetto “Alta Murgia: un Parco per api e farfalle” punta a una migliore condizione degli impollinatori selvatici, con interventi di miglioramento ambientale e pratiche di gestione delle aree forestali e agricole.
Tra gli obiettivi primari, la realizzazione di un’app per la raccolta dati e volta alla creazione di un database unico per tutte le aree protette regionali e nazionali. Lo sviluppo è coordinato da ISPRA e vede il Parco dell’Alta Murgia capofila di un progetto pilota che coinvolge l’area Tirrenico-Adriatica con i parchi dell’Appennino Lucano, Aspromonte, Gargano, Pollino, Sila e Vesuvio. In fase avanzata di sviluppo, l’applicazione consentirà il rilievo in campo e la raccolta uniforme dei dati, tracciandoli e garantendone la qualità. La finalità è la stima degli indicatori di conservazione degli insetti e l’adozione di buone pratiche per l’attuazione dei programmi di monitoraggio, secondo i protocolli forniti da ISPRA.
Per assicurare il corretto utilizzo dell’app e garantire nel tempo la raccolta omogenea di dati, il Parco dell’Alta Murgia ha promosso sessioni formative online a cura di ISPRA nell’ambito del programma “Gli impollinatori contano, contiamoli”, con attività sul campo che si terranno nel Parco il 5 e 6 aprile prossimi. Il ciclo di webinar prende avvio domani 23 febbraio, la prima di tre date seguita dalle sessioni dell’1 e 15 marzo 2022. Incontri online e attività sul campo sono rivolti ai tecnici delle aree protette coinvolti nel progetto e confluiranno in un workshop nazionale in via di definizione.
Le indagini di campo svolte nell’Alta Murgia hanno rilevato finora la presenza di ben 107 specie di apoidei (api e bombi) appartenenti a 23 generi, il 9,37% delle specie segnalate in Italia (dati 2021). La maggior parte appartengono ai generi Anthophora, Eucera, Halictus, Lasioglossum e Andrena (api solitarie che nidificano in siti di vario tipo come cavità scavate nel terreno), Nomada (comprendenti specie cleptoparassite che depongono le uova nei nidi di altre specie) e Bombus (generalmente di grandi dimensioni e con specie caratterizzate da vari gradi di socialità).
81, invece, le specie di Lepidotteri Ropaloceri (farfalle diurne) presenti nel Parco, di cui è in corso lo stato di valutazione per comprendere i rischi a cui le popolazioni stanno andando incontro. Tra queste, rientrano 2 specie di interesse comunitario come Melanargia arge e Zerynthia cassandra, altre 4 identificate come rare nella regione: Hyponephele lycaon, Satyrium w-album, Carcharodus baeticus e Brenthis hecate. Dal confronto dei dati ricavati nell’ambito del progetto (2020-2021) con quelli registrati in passato (a partire dal 1966) emerge che il Parco dell’Alta Murgia ha una lepidotterofauna ben studiata nel tempo, grazie anche alle numerose attività di divulgazione e citizen science che coinvolgono i cittadini. Il dato che affiora è il buon livello di conservazione delle popolazioni negli ultimi 50 anni, reso possibile soprattutto dalla presenza dell’area protetta che ha tutelato un territorio eterogeneo, con zone boscate che garantiscono nettare alternate alle aree steppiche ricche di farfalle.