Indagini in corso per fare luce sull’incidente di via Matteotti costato la vita alla 25enne praticante avvocata, Camilla Di Pumpo. Riflettori puntati sull’Audi nera che a tutta velocità, in direzione viale Ofanto, ha travolto la Panda Rossa della vittima, mentre quest’ultima svoltava da via Urbano. L’impatto è stato devastante e, purtroppo, non ha lasciato scampo alla povera Camilla, deceduta poco dopo in ospedale. In seguito all’incidente, si è costituito un 60enne, ma secondo alcuni testimoni non c’era lui alla guida del veicolo, bensì un ragazzo, parente stretto dell’uomo.
“Sopravviverò per dare giustizia alla mia Camilla, fors’anche l’ultima cosa che farò”. In un post su Facebook, l’avvocato Mario Aiezza, presidente dell’Aiga e compagno di Camilla Di Pumpo, preannuncia una battaglia legale per far luce sui fatti.
“Non sapevamo, forse, che saremmo voluti stare insieme tutta la vita, ma ci abbiamo messo pochissimo a scoprirlo. A fare progetti. A sognare una vita insieme. Felici. Certamente ancora non sapevamo che un bastardo avrebbe ucciso il Sole della mia vita – ha scritto -. D’impatto, dopo aver realizzato come quella schifosa belva ha ucciso la mia bambina, spogliati gli abiti del giurista e con indosso solo le vesti di un uomo dilaniato dal dolore, verrebbe voglia di parlare di vendetta, ma Lei avrebbe voluto solo Giustizia, e allora così sarà. Cami, amore mio, non lasceremo impunito chi ti ha strappato alla vita, tu che amavi la vita e amavi amare, non lasceremo impunito chi mi ha strappato il cuore con le mani. Ti amo, amore mio. Sin dal primo giorno che ho incrociato i tuoi occhi. Ti avrei amato per sempre. Ti amerò per sempre”, conclude nel post.
Parole forti anche dal fratello di Camilla: “Tu devi essere quella persona che aiuterà Foggia e la mentalità delle persone a cambiare perché so che tu avresti voluto aggiustare questa città, anche se io ti dicevo che sarebbe stato inutile”.
Poi torna sull’incidente: “Ora mi voglio rivolgere a tutte le persone che hanno ricevuto questa notizia assurda… di un ragazzino (con patente ritirata e con una macchina non autorizzata per la sua età) che per fare il gradasso con gli amici ti ha tolto dalle nostre braccia. Mi auguro che tutte le persone non solo di Foggia, inizino a riflettere diversamente su come bisogna vivere o comportarsi con il prossimo. Bisogna far capire a queste persone che non bisogna avere paura di ribellarsi, se una cosa non è giusta bisogna cambiarla, ma per combattere le ingiustizie e le persone che le portano bisogna essere in tanti ed uniti per arrivare ad un unico scopo, ‘vivere bene, liberi e in pace’. Quindi spero davvero che questa tragica vicenda possa svegliare e spronare tutti ad essere protagonisti di questo cambiamento. Inoltre, chiedo gentilmente di condividere questo pensiero per farlo arrivare a più persone possibile”.