Processo “Decimabis” alla mafia foggiana. Oggi nuovo capitolo, ma nel Tribunale di Foggia dove ha preso il via il rito ordinario per tredici imputati. Varie le questioni sollevate, tra queste la costituzione di parte civile dell’associazione antimafia “Giovanni Panunzio”, rigettata nell’abbreviato. La richiesta è stata integrata ed avanzata nuovamente e, dopo una lunga Camera di consiglio, è stata ammessa.
Altra questione, quella del latitante Leonardo Gesualdo detto “Il Vavoso”. L’uomo ha fatto pervenire via posta la nomina processuale per il suo legale, solo che a Bitonto non era stata considerata valida in quanto ritenuta “non autentica” e priva di un documento di identità allegato. Ma oggi, al termine dell’udienza, il giudice ha dato l’ok, ritenendo la nomina legittima. Sciolte queste ultime vicissitudini, il dibattimento può finalmente cominciare. Appuntamento al prossimo 11 gennaio.
Ricordiamo che nell’aula bunker di Bitonto si sta svolgendo il rito abbreviato che vede tra gli imputati i maggiori indagati, tra i quali i boss Federico Trisciuoglio, Pasquale Moretti e il figlio Rocco. A Foggia, invece, ha preso il via il processo ordinario. Alla sbarra Vincenzo Antonio Pellegrino detto “Capantica”, nome storico della malavita foggiana. Con lui, solo per citarne alcuni, figurano anche Massimo Russo, Ciro Stanchi, Savino Ariostini detto “Nino 55”, Mario Clemente, Michele Morelli alias “Pacc e cul”, Marco D’Adduzio, Leonardo Gesualdo “Il Vavoso” e Felice Direse. Ariostini e Gesualdo sono latitanti da diversi mesi.
Inizialmente le persone coinvolte in “Decimabis” erano 44, scese a 43 in seguito al suicidio in carcere di Domenico Valentini, arrestato nel 2017 per la maxi estorsione sui terreni di Borgo Incoronata. L’uomo era considerato uno dei fedelissimi di Rocco Moretti, 71enne “Mammasantissima” della mafia foggiana detenuto al 41bis nel carcere di L’Aquila. (In alto, Pellegrino, Ariostini e Gesualdo; sullo sfondo, il Tribunale di Foggia)