A Cerignola tiene banco l’affaire “affidamenti diretti”. É stato l’ex sindaco Franco Metta a sollevare dei dubbi su alcuni lavori di cui ha dato incarico l’amministrazione di Francesco Bonito, nelle prime settimane di lavoro a palazzo di città. Sotto la lente di ingrandimento del penalista un affidamento diretto per 16mila euro a Vincenzo Marinaro, cognato del primo cittadino. L’affidamento sarebbe finalizzato alla verifica strutturale di alcuni edifici di proprietà del Comune. L’accusa di Metta è rivolta al dirigente Prencipe per aver agito – stando a quanto afferma l’ex primo cittadino – senza comparare i preventivi pervenuti da altre aziende o professionisti.
“Caratteristica di questi affidamenti è che vengono attribuiti ad un tecnico senza comparare le offerte tra più tecnici, senza chiedere nemmeno un euro di sconto” – aggiunge Metta in un intervento video su Facebook. La replica dell’attuale sindaco non si è fatta attendere. “Fino ad oggi il nostro ufficio tecnico ha operato sette affidamenti diretti, tutti regolarissimi come previsto dalla legge, a sette professionisti che, guarda caso, con il consigliere impresentabile, incandidabile e sciolto per mafia non avevano mai lavorato” – sottolinea Bonito. “E così continueremo a fare attraverso la rotazione degli incarichi, perché è finito il tempo della minaccia e del dispotismo”.
Sulla posizione dell’ingegner Marinaro, il sindaco ha chiarito che lo stesso non farebbe parte della società che ha ricevuto l’incarico. “Ricordo tra l’altro che anche la Commissione Prefettizia ha dato incarico alla stessa ditta, perché per il particolare lavoro svolto sono quasi assenti, in tutta la Provincia di Foggia, le società abilitate a svolgere celermente determinati tipi di lavori di verifica strutturale degli edifici attraverso l’utilizzo di specifiche attrezzature e con idonee certificazioni. Forse la colpa dei professionisti scelti in totale autonomia dal dirigente, per Metta, è l’avere il casellario giudiziale pulito o il non annoverare tra le proprie frequentazioni esponenti di spicco della malavita”. (Nella foto, in alto da sinistra, Franco Metta e Francesco Bonito)