Si chiama “La città che vorrei” il nuovo progetto che l’Università di Foggia sta promuovendo sul tema dell’antimafia sociale, in un mai interrotto dialogo che ha visto l’Ateneo, nei mesi scorsi, impegnato in molteplici iniziative sulla legalità e volte a comprendere il fenomeno nelle varie stratificazioni con la presenza dei maggiori esperti dal punto di vista giudiziario, sociale ed economico (il procuratore antimafia Cafiero de Raho, don Ciotti, Tano Grasso), politico (la ministra Cartabia) e storico (Salvatore Lupo).
“Questa volta, dopo un confronto con le istituzioni del territorio, a vario titolo coinvolte in questo percorso, vogliamo avvicinare i giovani, gli studenti”, precisa il rettore Pierpaolo Limone. “È la fascia che più di tutte deve avere consapevolezza del fenomeno per poterlo riconoscere e circoscrivere, e per tale motivo abbiamo individuato degli esperti che relazioneranno su aspetti specifici. Iniziamo il 6 dicembre alle 11 presso l’aula magna di Lettere – già emblematicamente sede, poco prima della pandemia, di un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica – con il tenente colonnello Paolo Iannucci, a capo della Dia di Foggia, e le docenti Patrizia Resta e Francesca Scionti, due docenti che hanno a lungo studiato tali dinamiche dal punto di vista antropologico. La presenza del colonnello Paolo Iannucci è una felice circostanza in ragione della ormai prossima ‘convivenza’ dell’Università e della Dia in seno alla caserma Miale che sentiamo di ora in ora sempre più emblematica per coagulare gli sforzi del territorio sul doppio binario del contrasto alla criminalità organizzata e della conoscenza consapevole”, spiega il rettore.
Dopo l’incontro del 6 dicembre sarà la volta di Tano Grasso che farà un focus sulle economie mafiose e il mondo imprenditoriale, e del commissario straordinario del Comune di Foggia Marilisa Magno che con il vice prefetto Onofrio Padovano parlerà dei comuni sciolti per mafia. “E’ il primo trittico: ne seguiranno altri di taglio investigativo e sociale e continueremo su questa strada fino a quando non vedremo un cambiamento di rotta. Sono ottimista: abbiamo aperto una porta per contrastare le povertà educative nella convinzione che avere percezione e conoscenza approfondita di un determinato aspetto da contrastare e correggere spiana la strada alle possibili soluzioni. Ciò vale anche per questo itinerario”, conclude il Rettore Pierpaolo Limone.