Aula bunker Bitonto, mafia foggiana alla sbarra. Oggi udienza fiume, quasi 5 ore, del processo “Decimabis”: i giudici hanno ammesso le costituzioni di parte civile, tra le quali la Fai Antiracket, Confindustria Foggia, Fondazione Antiusura Buon Samaritano, Associazione antimafia “Libera”, Comune di Foggia, Regione Puglia, Camera di Commercio. A sorpresa è stata bocciata la richiesta dell’associazione antimafia “Giovanni Panunzio” (per un problema di Statuto che sarebbe stato ritenuto generico nel merito) e di Confindustria Puglia (per la sovrapposizione con Confindustria Foggia).
29 dei 43 imputati hanno scelto il rito abbreviato, mentre il giudice si è riservato di decidere sul rinvio a giudizio dei restanti 14. Prossima tappa del processo il 2 dicembre quando è previsto l’ascolto di alcuni testimoni per gli abbreviati “condizionati”. Il 27 gennaio, invece, le discussioni per gli abbreviati normali.
Tra i 29 che hanno scelto l’abbreviato ci sono i maggiori boss: Federico Trisciuoglio detto “Enrichetto lo Zoppo”, Pasquale Moretti alias “Porchetto” e il figlio Rocco junior. Tra gli altri figurano Francesco Tizzano, Massimo Perdonò, Sergio Ragno, Patrizio Villani, Francesco Pesante detto “U’ sgarr”, Antonio Salvatore alias “Lascia Lascia”, Antonio Miranda, Raffaele Palumbo, Benito Palumbo, Antonio Frascolla detto “Antonello”, Gioacchino Frascolla, Alessandro Aprile alias “Schiattamort”, Marco Salvatore Consalvo, Giuseppe Folliero, Giovanni Rollo, Ernesto Gatta, Michele Cannone, Emilio Ivan D’Amato e i due pentiti Carlo Verderosa e Alfonso Capotosto.
Tra quelli che hanno optato per il rito ordinario spicca Vincenzo Antonio Pellegrino detto “Capantica”, nome storico della malavita foggiana. Con lui, solo per citarne alcuni, figurano anche Massimo Russo, Ciro Stanchi, Savino Ariostini detto “Nino 55”, Mario Clemente, Giuseppe De Stefano, Michele Morelli alias “Pacc e cul”, Marco D’Adduzio, Leonardo Gesualdo “Il Vavoso” e Felice Direse.
Inizialmente le persone coinvolte in “Decimabis” erano 44, divenute 43 in seguito al suicidio in carcere di Domenico Valentini, arrestato nel 2017 per la maxi estorsione sui terreni di Borgo Incoronata insieme al 71enne Rocco Moretti, “Mammasantissima” della mafia foggiana detenuto al 41bis nel carcere di L’Aquila. (In alto, da sinistra, Pellegrino, Trisciuoglio e i due Moretti; sotto, Tizzano, Gatta, Frascolla e Perdonò)