Archiviato il primo turno elettorale è già tempo di guardare oltre a Cerignola. In dieci giorni si gioca il futuro della città, in attesa dell’esito del ballottaggio tra Franco Metta e Francesco Bonito. Mentre si susseguono i comizi di ringraziamento è già iniziata la frenetica corsa ad eventuali apparentamenti, fondamentali per spostare l’ago della bilancia in favore di uno dei candidati.
Determinanti saranno gli orientamenti degli aspiranti sindaci che sono rimasti fuori dal secondo turno. Ancora una volta giocherà un ruolo determinante Antonio Giannatempo che, con il suo 18%, potrà pesare e non poco sull’elezione del prossimo sindaco. L’esponente di Fratelli D’Italia ebbe un ruolo pivotale già cinque anni fa quando al secondo turno c’era da scegliere tra Metta e Sgarro. Oggi, forte del suo bacino di voti, non esprime una chiara indicazione e – ai microfoni de l’Immediato – parla soltanto a titolo personale.
“Ce l’abbiamo messa tutta ma evidentemente il nostro messaggio non è stato recepito – spiega l’esponente del centrodestra -. A questo punto mi auguro che Cerignola scelga comunque la discontinuità. Parlando esclusivamente a titolo personale sono per una città che deve voltare pagina, ma non posso avere l’arroganza di influenzare il voto del mio elettorato. A loro dico di stare attenti e di fare una scelta di responsabilità, ascoltate le idee e guardate al vissuto dei candidati sindaci rimasti in corsa”. Decifrando queste dichiarazioni è facile attendersi una tacita convergenza verso Bonito, impossibile da rendere esplicita visto che l’ex magistrato è espressione del centrosinistra e del Partito Democratico. Ma non è da escludere che parte dell’elettorato di Giannatempo possa astenersi o virare verso Metta. Resta anche l’incognita De Cosmo che con il suo 5% può comunque muovere qualcosa. Secondo indiscrezioni il suo entourage avrebbe avuto contatti con quello di Metta, ma soltanto per delle cordialità post-elettorali.
Anche per Tommaso Sgarro, terzo classificato con una percentuale del 21,99%, è tempo di riflessioni. Il risultato è stato incoraggiante ma adesso c’è da scegliere se consegnare la città a Franco Metta, acerrimo nemico politico di Sgarro, o se ritornare nella casa madre dei dem dove c’è quel Francesco Bonito con il quale si è giunti ai ferri corti in campagna elettorale. Anche in questo caso sembra impossibile che Sgarro possa decidere un appoggio esplicito, tale per cui si potrebbero aprire anche le possibilità per dei ruoli in una eventuale Giunta Comunale del centrosinistra allargato. Anche Sgarro concorda sulla necessità di guardare al futuro, di voltare pagina (in sostanza di creare un campo alternativo a Metta). “Ora, come ieri e come faremo sempre, è tempo di guardare avanti – afferma Sgarro nelle prime dichiarazioni dopo lo spoglio -. È tempo di costruire e custodire, perché il bene per la nostra terra e dei nostri cittadini vale più del nostro successo personale; vale più di ogni altra cosa. Non sarà facile. Se qualcuno ritiene che il centrosinistra vada ricompattato non deve far altro che innescare un processo politico. Mentre se si crede di essere autosufficienti allora si può andare avanti benissimo così”.
Ma al netto delle posizioni dei candidati perdenti, la sfida più grande per i due contendenti alla fascia tricolore sarà quella di portare a votare – almeno al secondo turno – quell’ampia fetta di cittadini che ha deciso di disertare le urne alla prima tornata. A Cerignola ha votato il 59% degli aventi diritto e questo vuol dire che c’è da convincere quasi un cittadino su due. Anche da questo aspetto dipenderà l’esito del ballottaggio.