Nuovi grattacapi per Franco Metta a Cerignola. Gli arresti che hanno coinvolto il movimento politico di ultradestra “L’Altra Italia” travolgono anche esponenti cerignolani a cominciare da Franco Merafina, storico operatore fieristico tra gli indagati nell’inchiesta “Candidopoli” e destinatario – secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano – della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla pg. Il leader Mino Cartelli, finito agli arresti domiciliari, era stato nei Cinque Reali Siti qualche giorno fa a sostenere proprio l’ex sindaco Metta, sotto la cui amministrazione il Comune di Cerignola è stato sciolto per mafia.
Le indagini di Candidopoli hanno preso il via dopo alcuni servizi del Tg satirico di Canale 5, Striscia la Notizia, che denunciavano la presentazione di false liste elettorali per le elezioni amministrative in una serie di piccoli comuni. Ed hanno appurato che a Barbona (nel 2019) e Vighizzolo d’Este (nel 2020), entrambi nel Padovano, le liste presentate erano false davvero. Più nel dettaglio, secondo la Procura di Rovigo, il movimento politico avrebbe presentato liste di candidati formate da persone che, nella gran parte dei casi, erano state iscritte a loro insaputa.
Di qui le indagini si sono allargate ad altri 21 comuni. E si è scoperto che “L’Altra Italia” avrebbe utilizzato lo stesso metodo, nel settembre 2020, con i candidati delle liste presentate nelle province di Alessandria, Asti, Belluno, Bergamo, Campobasso, Catanzaro, Cosenza, Genova, Imperia, Isernia, Perugia, Pisa, Potenza, Savona, Vibo Valentia e Vicenza. Tutti comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti. Una scelta non casuale dal momento che, nei piccoli centri, la legge prevede una procedura semplificata per la presentazione delle candidature.
Nel corso delle indagini sono state acquisite le testimonianze di oltre 100 candidati – molti dei quali non conoscevano neppure il movimento politico che li aveva messi in lista – e acquisita documentazione delle commissioni elettorali di 23 Comuni. Nelle liste incriminate passate al setaccio dagli investigatori erano finiti anche ultra ottantenni e persone con gravi disabilità fisiche, candidati a loro insaputa in comuni spesso distanti migliaia di chilometri dalla propria residenza. Alcuni di loro erano stati persino eletti e, dopo aver rifiutato la carica, hanno esposto involontariamente i relativi comuni al rischio di commissariamento. (In foto, Merafina, Cartelli e Metta)