Candidati a loro insaputa nelle elezioni amministrative di mezza Italia. È quanto accaduto a molti ultraottantenni, soprattutto di Foggia e Lecce, che si sono ritrovati nelle liste del partito ‘L’altra Italia’, creatura politica del salentino Mino Cartelli. In queste ore Repubblica Bari ha dedicato un focus all’operazione “Candidopoli” della Guardia di Finanza di Padova. La lista di estrema destra è stata colpita da una serie di provvedimenti della magistratura a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura di Rovigo. Proprio il segretario nazionale del partito si trova agli arresti domiciliari a Uggiano La Chiesa, cittadina del basso Salento della quale è originario Cartelli.
“Candidopoli” – riporta Repubblica Bari – interessa 15 persone: oltre al fondatore del partito di estrema destra, altre quattro persone sono state sottoposte all’obbligo di firma e due sono interdette dal ricoprire cariche pubbliche. Si tratta di un agente di polizia municipale, presidente del movimento e consigliere comunale a Barbona, un consigliere originario di Lecce, un uomo di Cerignola e una donna di San Paolo di Civitate.
Questa storia inizia nel maggio 2019 e continua nel settembre del 2020, quando a Barbona e Vighizzolo D’Este, in provincia di Padova, si vota per il rinnovo del consiglio comunale. Nella lista del partito di Cartelli ci sono nomi avulsi dal contesto della Bassa padovana. E così cominciano le indagini dei finanzieri di Este. Poi il giro si allarga e i colleghi del comando provinciale di Padova estendono l’inchiesta a 16 province in tutta Italia, tutte quelle nelle quali il partito ha presentato le sue liste: comuni molto piccoli, con meno di mille abitanti, nei quali la presentazione delle liste segue una procedura semplificata. Con meno controlli, dunque.
La svolta è arrivata quando diverse persone, soprattutto in Veneto e in Puglia, hanno dichiarato di non saper nulla della candidatura. Non conoscevano nemmeno il partito né erano mai andati a Padova o a Rieti per sottoscrivere la candidatura davanti ai pubblici ufficiali. I candidati venivano pescati nel Foggiano (San Paolo di Civitate, Torremaggiore e Cerignola) e nel Leccese, a Ugento. Soprattutto fra ultraottantenni e disabili.
Perché? Probabilmente per far crescere il simbolo del movimento a livello nazionale, conferendo notorietà al nome che nel 2019 è stato conteso addirittura da Silvio Berlusconi che registrò ‘Altra Italia’ entrando in conflitto con Cartelli. Una spia sulle singolari strategie espansioniste di Cartelli si accende proprio nel 2019 in Basilicata, dove 11 donne, tutte residenti nella provincia di Lecce, si candidano alle elezioni comunali di un paesino di 925 abitanti distante 250 chilometri, Brindisi di Montagna, in provincia di Potenza. Ottanta chilometri più a sud, nel comune di Missanello (548 abitanti), furono dieci i candidati provenienti da Lecce e dintorni. (fonte Repubblica Bari)