“Faccio fatica a capire il senso degli elogi che Michele Emiliano ha rivolto al capo dei sovranisti italiani, a Matteo Salvini, al campione del populismo para-fascista, al leader che ha sepolto le bandiere della Padania e del separatismo nordista per innalzare i vessilli di un nazionalismo clericale, oscurantista, illiberale. Insomma, non un figurante o un protagonista locale e marginale, non il sindaco o il consigliere comunale di un qualche paesello, ma un attore principe della scena pubblica, l’uomo-simbolo della crociata contro i migranti e contro i diritti civili, l’ammiratore di Trump, di Putin, di Orban.”. Nichi Vendola si esprime così dopo le parole profferite dal governatore dal palco di Ceglie Messapica. In un lungo post sui social, critica “l’esplorazione politica” dell’ex magistrato.
“È vero che Salvini si sforza di costruire una visione dell’Italia – prosegue -, ma si tratta di una visione terrificante, che capovolge i fondamenti della nostra idea di civiltà, si tratta di una ideologia che, al netto dell’ebrezza dei cocktail, mutua dal radicalismo della destra le sue pulsioni repressive e securitarie, la sua ossessione per la protezione fiscale dei ricchi, l’uso e lo stimolo delle paure e delle fobie sociali come core business della sua azienda politica. Emiliano ci ha abituati alle sue peregrinazioni in territori lontani e nemici dei nostri valori e della nostra storia. Il suo ecumenismo non ha confini e i suoi sconfinamenti sono uno stile a cui forse ci siamo assuefatti. Ma noi lo abbiamo sostenuto e votato perché fosse un argine agli imprenditori della paura e dell’intolleranza, un muro contro i razzisti e gli omofobi, un presidio per la nostra storia di democrazia, di accoglienza, di convivialità. Noi fummo quelli che al porto di Bari e poi allo stadio gareggiavamo in solidarietà con i fuggiaschi d’Albania giunti stipati sulla Vlora. Noi fummo quelli che camminammo insieme a don Tonino Bello sui sentieri della pace e della solidarietà operosa. Caro Emiliano – conclude -, la tua esplorazione ti ha portato in una terra proibita. Non è vero che in politica tutto è lecito. Con Salvini non si possono sbagliare i gesti e le parole: lui sta da una parte ed è naturale e giusto, per noi, stare dalla parte opposta”.