18 anni fa la scomparsa di Angelo Iaconeta, uno dei grandi misteri di Mattinata, paese del Gargano scenario di alcuni episodi eclatanti di lupara bianca. Iaconeta è stato ricordato in queste ore anche sulle pagine social di “Chi l’ha visto?”, trasmissione di Rai 3 che ha riproposto il suo caso. La Fiat Uno bianca dell’uomo, all’epoca 37enne, fu ritrovata 45 giorni dopo la sparizione in un’area picnic in località “Baccone” di Monte Sant’Angelo, dentro c’erano chiavi, documenti e nessuna traccia di sangue. Mancava il telefono. L’auto, stando a quanto riferirono i forestali, non era lì fino al 15 agosto, sarebbe dunque stata parcheggiata da ignoti solo successivamente. Nella stessa area del ritrovamento del veicolo, il 31 agosto 1998 fu ucciso Biagio Silvestri, omicidio di mafia collegato alla faida tra i clan montanari Li-Bergolis-Miucci-Lombardone e Primosa-Alfieri, un fatto di cronaca mai collegato alla scomparsa del 37enne di Mattinata.
Ma allora cosa accadde a Iaconeta? L’uomo, guardiano di uno stabilimento balneare mattinatese, uscì dalla sua abitazione alle 17 del 7 luglio 2003. Da allora non si seppe più nulla di lui. La sorella raccontò che quel giorno “dopo aver bevuto un caffè, sereno come sempre, prese la sua macchina e se ne andò. Da quel momento il suo cellulare risultò spento”. Una settimana prima della scomparsa, verso le undici di sera, il giovane fece a pugni con il guardiano di uno stabilimento distante 200 metri da quello dove Iaconeta lavorava. Nel corso della rissa ad un certo punto vennero esplosi alcuni colpi di pistola. Iaconeta confidò ai parenti che il suo avversario aveva tentato di sparargli, ma che lui era riuscito a strappargli la pistola dalle mani. L’altro guardiano raccontò una storia diversa.
La sera stessa i carabinieri perquisirono la casa di Iaconeta alla ricerca di armi, senza però trovare nulla. Sette giorni dopo la scomparsa, il 14 luglio, qualcuno sparò due colpi di fucile contro Francesco Notarangelo detto “Natale”, collega di lavoro di Iaconeta ed esponente di rilievo del clan dei mattinatesi facente capo ai fratelli “Baffino” Antonio e Andrea Quitadamo e a Francesco Scirpoli alias “Il lungo”. Naturalmente molti collegarono i tre episodi e la Procura della Repubblica di Foggia trasmise l’inchiesta sulla scomparsa di Iaconeta alla Procura distrettuale antimafia di Bari, ipotizzando un caso di lupara bianca. Ma per amici e congiunti di Iaconeta, la rissa, la sparizione e il ferimento del collega non sarebbero collegati fra loro; i motivi della scomparsa andrebbero cercati altrove, forse nella sua vita privata. Conclamata, all’epoca, una relazione extraconiugale tra Iaconeta ed una donna gravitante all’interno di una potente famiglia della zona. 18 anni dopo, però, il mistero resta lontano dall’essere risolto.