Si è costituito nel carcere di Foggia, come anticipato ieri da l’Immediato, Francesco Notarangelo, 54enne bracciante agricolo, pluripregiudicato di spicco della criminalità organizzata mattinatese, con solidi collegamenti con elementi appartenenti al clan Lombardi-Ricucci-La Torre. L’uomo, più noto con il soprannome di “Natale”, deve scontare una pena residua di tre anni e tre mesi di reclusione perché riconosciuto colpevole di concorso in estorsione, detenzione abusiva di armi comuni da sparo e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reati commessi a Mattinata tra il maggio ed il giugno del 2011.
La sentenza di condanna della Corte di Appello di Bari risale al 14 novembre 2016, ed è divenuta esecutiva solo da alcuni giorni, da quando il Tribunale di Sorveglianza di Bari, con propria ordinanza motivata, aveva rigettato l’istanza prodotta dal condannato di poter essere ammesso ad una delle misure alternative alla detenzione in carcere. Non è affatto escluso che tale diniego sia stato dovuto alle informazioni fornite all’autorità giudiziaria dall’Arma. Alla fine del mese scorso, pertanto, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari – Ufficio Esecuzioni Penali, gli ha revocato la sospensione dell’ordine di esecuzione per la carcerazione, disponendo il ripristino dell’ordine di carcerazione.
Notarangelo era già stato coinvolto in diverse indagini, insieme come spesso accadeva ad altri noti pluripregiudicati del posto, che ora ha raggiunto in carcere (a Foggia è detenuto anche il compare Francesco Scirpoli detto “Il lungo”), ed a Francesco Pio Gentile alias “Rampino”, rimasto vittima il 21 marzo scorso di un agguato di chiaro stampo mafioso. Un altro dei suoi alleati è il noto Antonio Quitadamo detto “Baffino”, quest’ultimo in cella a Trapani.