Alfredo Traiano cerca giustizia per suo zio Francesco: “Gli imputati non conoscono i valori reali della vita”

Processo in Corte d’Assise sull’omicidio di Francesco Traiano, il 38enne titolare del bar “Gocce di Caffè” ucciso durante una rapina. Si discute sulla concessione o meno del rito abbreviato

Processo Traiano nella Corte d’Assise di Foggia. Alla sbarra 4 giovani del posto: Antonio Bernardo, 24 anni alias “u stagnr”, Christian Consalvo, 21 anni detto “pallina”, Antonio Tufo, 21 anni “u giall” e Simone Pio Amorico, 22 anni. Il minorenne A.C., 17 anni, esecutore materiale dell’omicidio, è invece giudicato a Bari presso il tribunale dei minori. Sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, della morte di Francesco Traiano, il 38enne titolare del bar “Gocce di Caffè”, ferito da una coltellata al volto il 17 settembre 2020 e morto il 9 ottobre successivo dopo circa tre settimane di coma.

Nell’udienza di oggi si è posto il problema dell’ammissione del rito abbreviato riproposta dai difensori degli imputati. Per le parti civili assolutamente da scartare. La partita si gioca essenzialmente sull’imputazione: per le parti civili c’è il concorso pieno nell’omicidio in quanto tutti avrebbero accettato il rischio sapendo che uno di loro – il minorenne – era entrato armato nel bar; per i pm, invece, gli imputati non volevano uccidere e per questo opterebbero per il concorso anomalo. Il 9 luglio la decisione della Corte.

“C’è rabbia – il commento di Alfredo Traiano, nipote della vittima, rappresentato dall’avvocato Gianluca Ursitti -. In questo momento avrei voluto essere con mio zio nel bar e non in un’aula di tribunale, ma cinque ragazzi ci hanno privato di questo. Spero che tutti i foggiani stiano con noi e non dimentichino cosa è successo a Francesco Traiano. Un commerciante onesto ucciso per pochi spiccioli. Davvero non possiamo essere più liberi di lavorare? Tutti i commercianti di questa città devono rispecchiarsi in quello che ha vissuto Francesco, un ragazzo tranquillo e onesto. Istituzioni vicine? Non tanto, soprattutto a livello nazionale sembra non sia successo nulla. Ma la Foggia perbene si è stretta a noi, spero non dimentichi mai il nostro dolore”. Infine, una battuta sugli imputati, alcuni coetanei di Alfredo: “Questi ragazzi non hanno capito cosa è la vita e quali sono i valori reali, provo tanto rammarico”.

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