Appello alle porte per Angelo Riccardi e Salvatore Zingariello, ex sindaco e vicesindaco di Manfredonia, comune sciolto per mafia nel 2019. Tra pochi giorni la Corte d’Appello di Bari si esprimerà sui ricorsi presentati dai due politici, ritenuti “incandidabili” dal Tribunale di Foggia. A giudizio anche l’ex consigliere comunale, Antonio Conoscitore per il quale è stata respinta la richiesta di incandidabilità, ma la Prefettura ha presentato ricorso.
Fu soprattutto Zingariello a finire al centro della relazione di scioglimento per i suoi rapporti con il basista della strage di mafia di San Marco in Lamis, Giovanni Caterino, ritenuto dagli inquirenti un affiliato al clan Li Bergolis-Miucci-Lombardone. Proprio Caterino, condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Foggia, comparve in più occasioni in compagnia di Zingariello con il quale condivideva feste, viaggi e partite allo stadio.
Come scrive “Avviso Pubblico”, l’associazione di enti e comuni contro le mafie, “per giungere allo scioglimento non è necessario che siano stati commessi reati perseguibili penalmente oppure che possano essere disposte misure di prevenzione, essendo sufficiente che emerga una possibile soggezione degli amministratori locali alla criminalità organizzata“. Sembra proprio il caso di Manfredonia dove la macchina comunale non avrebbe mostrato la limpidezza necessaria agli occhi della cittadinanza.
Riccardi e Zingariello proveranno comunque a difendersi presentando interpretazioni alternative rispetto alla ricostruzione della Prefettura di Foggia che ha sciolto per mafia il Comune sipontino certificando il disastro amministrativo e contabile dell’ente.
Nel frattempo, la città sipontina si appresta alle elezioni amministrative di autunno che vedrebbero Riccardi e Zingariello ancora in azione. Il primo come leader ombra della lista “Con” (Valente possibile candidata), il secondo a sostegno del movimento politico “Progetto Popolare” di Schiavone. Sotto l’ombra di Re Manfredi, nulla sarebbe successo. Nuovo giro, nuova corsa per coloro che lo Stato ha indicato come i maggiori responsabili dello scioglimento per mafia del Comune. (In alto, Zingariello e Caterino in una delle foto pubblicate sulla relazione di scioglimento)