“La realtà ha superato la fantasia. Mi ha fatto male assistere ad alcune scene che non raccontano quanto di straordinariamente positivo c’è a Foggia. Ma sono convinto che i foggiani sani si stanno rimettendo in moto coagulandosi attorno ad un’idea di rinascita e riscatto. Secondo me siamo all’inizio di una resurrezione foggiana”. Queste le parole del sociologo e giornalista pugliese Leonardo Palmisano sulla situazione della città dopo i recenti arresti in Comune. Palmisano è intervenuto ieri nella masseria A. De Vargas – Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus per presentare il romanzo “Chi troppo vuole”.
“L’evento nasce dal basso – riporta la nota stampa dell’evento – e dalla voglia di ri-partenza di un gruppo di amici che vuole promuovere la cultura come occasione di incontro e condivisione di idee, sorrisi e sentimenti positivi”. Il libro (Fandango, 2020) è la conclusione della trilogia di romanzi, composta da “Tutto Torna” (2018) e “Nessuno uccide la morte” (2019), che vede come protagonista il bandito Mazzacani.
Nel libro, ambientato in Puglia e prevalentemente a Foggia, l’autore – che si occupa da sempre di migrazioni, criminalità organizzata e ripercussioni sul mondo del lavoro – unisce lo stile da romanzo giallo a una indagine socio-culturale che si occupa del degrado delle baraccopoli abitate da rom e immigrati, passando attraverso la corruzione di certi politici professionisti. In una baraccopoli di immigrati vicino a Foggia viene scoperta una fossa comune con cinque corpi sepolti parecchi anni prima, una testa in decomposizione (quella di un mafioso della Sacra Corona Unita, Gianni Palano) e il cadavere ancora caldo di Paula, una prostituta rumena, a cui il killer ha intagliato una stella sulla fronte accanto al foro di entrata del proiettile, quasi volesse lasciare una firma.
Nelle ore successive, a Bari viene ucciso il candidato alla carica di governatore regionale Marcellino Danza, foggiano, erede di un impero politico insieme a sua sorella, la baronessa Danza. Teresa Buonamica, capo della Direzione Regionale Antimafia di Puglia, apre un’indagine nel tentativo di svelare il complicato rebus che lega tutti quei morti. Quando Mazzacani viene tirato in causa, non dirà tutto quello che sa, ovvero di aver riconosciuto nell’intaglio a stella la mano di chi ha messo fine alla Banda dei Santi, la formazione di banditi non affiliati alla Sacra Corona Unita di cui era a capo. Comincerà così, con il secondo Luigi Mascione sempre al fianco, la sua personale caccia all’uomo in cerca di vendetta.