“Non è la prima volta che un quotidiano locale mi attribuisce, senza neppure interpellarmi per verificare l’attendibilità delle sue fonti, ruoli pubblici e istituzionali che non mi appartengono. Oggi, irresponsabilmente rispetto alle reazioni che potrebbero scaturire nell’opinione pubblica in giorni critici per la politica foggiana e per i suoi risvolti penali e giudiziari, la redazione mi dipinge come candidato Sindaco di una quanto mai improbabile coalizione PD e Lega mentre, non più tardi di qualche mese fa, dalla stessa testata, fui indicato come ‘certo’ Presidente della Confindustria Provinciale”. Non ci sta il manager della sanità, Luca Vigilante, alla “strumentalizzazione messa in atto in una situazione così delicata per la città”.
“La nostra famiglia ha sempre mostrato e dimostrato grande attenzione e amore per questa città, lungi da noi ogni idea dal volerla amministrare o di voler in alcun modo occuparci di politica – dice a l’Immediato -. L’unica politica che conosciamo e che vogliamo attuare è quella del lavoro che ogni giorno portiamo avanti nelle nostre aziende contribuendo a mantenere un alto livello occupazionale e offrendo quello che riteniamo sia un ottimo servizio alla collettività e al Sistema sanitario nazionale. Nessuna velleità politica dunque, che lasciamo a chi di questo ne ha fatto o ne farà un mestiere e pertanto potrà dedicarcisi a tempo pieno, con il necessario impegno e – ci auguriamo – con l’indispensabile correttezza amministrativa e capacità. Nel condannare questa e tutte le fake news che avvelenano Foggia, non posso che augurarmi che a tempo debito si formi una classe politica in grado di risollevare non solo le sorti ma anche l’immagine di questa città magari guidata da un sindaco donna che sarebbe foriero di una vera ventata di freschezza e di pluralismo di genere che non potrebbe che far bene alla nostra città. Noi, invece, continueremo a restare sempre fuori dalla politica – conclude -, terzi rispetto a tutto e tutti, a fare la nostra parte nel nostro settore, al nostro interno, senza commistione alcuna con l’amministrazione della cosa pubblica”.