Proseguirà nel solco del prefetto Raffaele Grassi? Le ha lasciato un fascicolo in particolare? Settori da attenzionare per le interdittive? A l’Immediato il neo prefetto Carmine Esposito è stato netto: “Non esiste un metodo disciplinato in un codice, di volta in volta saranno fatte delle istruttorie e poi si darà luogo a tracciare una linea netta tra gli imprenditori che sono vocati alla legalità e chi anche solo con infiltrazioni mafiose può essersi macchiato di illegalità. I fondi del Recovery Fund arriveranno in provincia e sarà necessario acuire la vigilanza contro coloro che tenteranno un accaparramento selvaggio delle risorse. Le attività dello Stato devono fare squadra insieme affinché ogni euro che arriverà qui venga speso in maniera corretta a vantaggio di questo territorio”.
Il nuovo prefetto di Foggia ha in dote dal suo predecessore una eredità immensa e pesante. E infatti in esordio Esposito, ex questore, ha sottolineato: “C’è bisogno di continuare l’opera meritoria del prefetto Grassi. Sulla linea della continuità e dell’impegno anche maggiore, ma è impossibile fare meglio di lui, vorrei portare iniziative per la permanenza della legalità nei nostri territori”.
Da vero e proprio umanista ha evidenziato: “La legalità non è solo una necessità ma un sentimento. Attraverso la legalità possiamo raggiungere la libertà. Non ci può essere libertà senza legalità altrimenti gli uomini sarebbero schiavi. Non ci può essere legalità senza libertà, sono in un rapporto biunivoco nel rapporto col cittadino che va messo al centro nelle sue inclinazioni professionali da chi ha compiti di responsabilità istituzionali”.
Esposito si è detto carico di “un tumulto di emozioni”. Vuole essere accanto ai fragili di Capitanata. “Ciascun rappresentante deve ispirare la propria azione con la missione di risolvere le difficoltà degli altri. Il concetto di altruità è stato studiato dai filosofi del Settecento. Non esiste un cittadino senza l’altro. L’altruità significa relazione. Non voglio sconfinare nel sociologico, ma io questo voglio fare. Ci sono difficoltà che assillano la città. I cittadini sono sfiduciati, serve la credibilità dei cittadini. Riacciuffare la fiducia dei cittadini è essenziale. Il cittadino deve affidarsi a chi deve garantire il buon andamento della pubblica amministrazione. Torno in una terra a me cara, sono stato per tre anni il questore di Bari, ho conosciuto la forma mentis del popolo pugliese. Operoso”. Il prefetto ha voluto evidenziare il lavoro della squadra Stato.
“Dopo i fatti della famosa strage (il quadruplice omicidio di San Marco del 2017, ndr) c’è stato un grande impegno degli organi della sicurezza. Lo Stato ha mandato forze in aggiunta, i Cacciatori, i reparti prevenzione crimine, i caschi verdi, la Dia. C’è un implemento dei pm, da 16 a 25.
Una risposta dello Stato c’è stata eppur tuttavia non è sufficiente, bisogna essere ancora più efficaci. È stato bandito un concorso per 1600 agenti, molti dei quali arriveranno in questa terra. La Prefettura ha perseguito una strategia, con un numero importante di interdittive antimafie. Ha agito per lo smantellamento di una città semi abusiva, la pista di Borgo Mezzanone, dove verrà realizzata una foresteria adeguata. La Prefettura tiene impegnati i suoi dirigenti con una lente di ingrandimento per le situazioni che afferiscono alla pubblica amministrazione. La magistratura è ad una svolta, nel colpire la Quarta Mafia che ha delle articolazioni nel territorio. Tutti i boss sono in carcere, alcuni al 41 bis. Per la prima volta si è assistito alla presenza di collaboratori di giustizia. Tutte le attività svolte dalle istituzioni sono un segno di attenzione perché queste terre sono straordinarie e non meritano di subire la presenza di una criminalità che offende”.
Sui fatti del Comune di Foggia ha mantenuto il riserbo ma è stato colpito come molti in città dalle parole del questore Sirna. “I latini parlavano di munus, il questore ha usato la parola dono, fatto dai cittadini nei confronti dell’amministratore. Quando noi riceviamo un dono dobbiamo custodirlo gelosamente, ma deve essere valutato se questo dono è stato tradito, mal amministrato”.