Giornata di interrogatori di garanzia dopo i recenti scandali che hanno portato al commissariamento del Comune di Foggia. Davanti ai giudici sono comparsi l’ex sindaco Franco Landella, al momento agli arresti domiciliari per corruzione e tentata concussione e la moglie Daniela Di Donna, interdetta dai pubblici uffici nell’ambito della stessa inchiesta.
“Per gli sviluppi bisogna attendere” – ha detto Michele Curtotti, legale di Landella al termine dell’interrogatorio -. Poi si è soffermato sul caso della pubblica illuminazione per la quale l’ex primo cittadino è indagato per tentata concussione nei confronti dell’imprenditore che doveva subentrare nell’appalto: “Il mio assistito non aveva nessuna contezza sulla questione, l’ha solo citata come esempio per chiarire che da quella vicenda i rapporti con Iaccarino si erano incrinati”.
“Sono certi di essere innocenti, ma non bisogna essere convinti di essere innocenti con la giustizia italiana, bisogna che qualcuno te la dia la ragione”, ha invece dichiarato ai microfoni Giulio Treggiari, difensore di Di Donna.
Oltre ai coniugi Landella, oggi in tribunale anche l’ex consigliere comunale Dario Iacovangelo che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha parlato l’altro consigliere coinvolto, Antonio Capotosto che ha respinto ogni accusa e all’uscita si è lasciato andare ad alcuni commenti: “Siamo tutti innocenti – ha detto allontanandosi dal tribunale -, l’unico colpevole è Iaccarino”. Capotosto ha quindi puntato l’indice sull’ex presidente del Consiglio comunale con il quale è stato spesso intercettato dagli inquirenti.
Anche l’imprenditore edile Paolo Tonti si è difeso; secondo il suo legale, il proprio assistito non avrebbe ottenuto alcun vantaggio dall’amministrazione Landella. Stando all’accusa, invece, il costruttore avrebbe versato una tangente di almeno 32mila euro per ottenere lo sblocco di un importante progetto edilizio.