È ancora molto confusa la strategia delle alleanze a Manfredonia, che dopo il commissariamento per lo scioglimento per mafia del Consiglio comunale, andrà al voto per le amministrative nei prossimi mesi. Il dopo Riccardi è ancora assai nebuloso, mancano le leadership, sia a destra sia a sinistra, così come anche nel Movimento 5 Stelle. La proposta dell’ex numero uno di Confindustria Foggia Gianni Rotice, che si è detto interessato alla candidatura di sindaco, ha scombussolato non poco i possibili schieramenti.
L’edile, però, al pari di Fabio Porreca, cui era stata avanzata una candidatura a sindaco a Foggia nel 2019, preferirebbe correre senza alcun simbolo di partito. Vale per la destra come per la sinistra. L’imprenditore sogna un grande rassemblement civico, quasi sul modello del premier Mario Draghi, per una rinascita del Golfo.
Chi potrebbe stare con lui? Secondo lo scacchiere della fantapolitica, Rotice potrebbe avere già in tasca un’intesa di massima con il centrodestra del consigliere regionale azzurro Giandiego Gatta insieme a “CON” di Maria Teresa Valente, ispirato dall’esperienza politica dell’ex sindaco Angelo Riccardi, ora consigliere ambientale di fiducia di Michele Emiliano in Regione Puglia.
Stando ai rumors Rotice avrebbe incassato il sì alla rimozione dei vari simboli. Dalla fiamma tricolore dei Fratelli d’Italia ad Alberto da Giussano della Lega. Anzi addirittura grazie a questa strategia avrebbe cercato di tirare dentro anche il Pd dominato dal duo istituzionale di Michele Bordo e Paolo Campo e i Popolari di Franco Ognissanti.
Ma dal centrodestra fanno spallucce. “Con tutto il rispetto per Rotice, non mi risulta che la nostra coalizione possa correre senza simboli ad elezioni così importanti”, dice a l’Immediato il leghista Cristiano Romani. Nega ogni possibile patto con Riccardi anche Giandiego Gatta. “Sono fantasie degne delle fiabe di Hans Christian Andersen”, minimizza il forzista con la sagacia che gli è propria.
A differenza de i vestiti nuovi dell’imperatore, nessun partito a Manfredonia è disposto a rendere pubblica la propria nudità. Ecco perché secondo alcuni, a cominciare dall’ex primo cittadino, si avranno alle prossime amministrative ben quattro diversi schieramenti. Forse anche cinque. Dal lato movimentista i 5stelle con Manfredonia Nuova di Italo Magno e le liste dell’onorevole Antonio Tasso a formare un altro gruppo, la vecchia guardia dem con le varie associazioni nate per gemmazione dal Pd con il loro candidato (che qualcuno vede già fissato e deciso nella persona dell’avvocato Giovanni Mansueto referente di Molo 21, vicinissimo a Gaetano Prencipe) e sull’altro fronte i sovranisti e i fittiani insieme a Gatta, con la coalizione del centrodestra unito che si presenterà alle prossime elezioni politiche del 2023.
A fare da sparigliatori proprio gli emilianisti di Riccardi alleati di DeMA, con una loro proposta che potrebbe essere sancita a Manfredonia dall’arrivo del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. “Con il mio nuovo ruolo in Regione non posso allearmi col centrodestra”, sarebbe la confidenza di Riccardi fatta a Rotice.
Intanto Tasso e la sua AgiAmo specificano meglio il loro posizionamento. “AgiAMO, che concorrerà alle prossime amministrative per Manfredonia, ha fatto una valutazione politica delle possibili alleanze. Non intendiamo coalizzarci con soggetti che presentino candidati che abbiano avuto ruoli nelle scorse consiliature (assessori o consiglieri di maggioranza) o che abbiano avuto incarichi dalla scorsa amministrazione. Eventuali accordi dovranno poggiare le basi su un programma condiviso e sulla formazione preventiva della squadra di governo. Per il ruolo di sindaco, vi sono tre nomi che stiamo valutando. Il progetto dell’ingegner Rotice, per quanto legittimo, non incontra il nostro interesse”, ratificano. (In alto, Gatta e Riccardi; a destra, Rotice e Mansueto)