La terapia anticoagulante, utilizzata per la prevenzione ed il trattamento di coaguli in vari distretti corporei, può avere dei benefici nei pazienti Covid-19 con insufficienza respiratoria. E’ questo uno dei dati salienti dello studio internazionale multicentrico HOPE, coordinato dal professor Natale Daniele Brunetti, direttore della struttura complessa di Cardiologia Universitaria del Policlinico Riuniti di Foggia, e dal dottor Francesco Santoro, primo autore dell’articolo, che ha coinvolto 64 centri in 9 nazioni tra Europa, Asia e America.
I risultati dell’importante studio sono stati pubblicati sulla rivista ufficiale della società americana di Terapia Intensiva “Critical care medicine”. Sono stati arruolati 5838 pazienti nei mesi di marzo e aprile 2020 e sono stati valutati gli effetti della terapia anticoagulante in termini di mortalità intra-ospedaliera.
Dallo studio è emerso come l’uso della terapia anticoagulante possa avere dei benefici in termini di riduzione della mortalità nei pazienti Covid-19 con insufficienza respiratoria, in particolare fra coloro che necessitano di ventilazione invasiva.
“L’opportunità e l’efficacia della terapia anticoagulante nei pazienti Covid è stato argomento di ricerca negli ultimi mesi nella comunità scientifica – sottolineaBrunetti -. La chiave di lettura può risiedere nella attenta selezione dei pazienti in base alle evidenze cliniche. I dati raccolti consentiranno di poter definire al meglio quali pazienti possono beneficiare della terapia anticoagulante, soprattutto nella fase critica”.
“Questo importante studio internazionale è un’ulteriore conferma di come le eccellenze del Policlinico Riuniti, quali la Cardiologia Universitaria, concilino elevati standard di assistenza clinica ai pazienti Covid e non Covid ad alti livelli di ricerca scientifica”, commenta Vitangelo Dattoli, commissario straodinario del Policlinico Riuniti di Foggia.