C’è un caso Gianni Rotice a Manfredonia. L’ex presidente di Confindustria parrebbe carezzato dall’idea di essere il nuovo sindaco della città del Golfo, post scioglimento del Consiglio comunale. Ben radicato e considerato un imprenditore di prestigio, Rotice è associato a diverse operazioni importanti in città. Non solo il porto turistico, ma anche l’arrivo dei turchi alla ex Manfredonia Vetro. Ai microfoni de l’Immediato, l’imprenditore ha fatto sapere che sono in corso riflessioni. Al momento la sua sarebbe solo un’ambizione, una suggestione scomposta, lanciata per vedere l’effetto che fa. E l’effetto non ha suscitato per ora consensi palesi. Non c’è ancora chi potrebbe appoggiarlo. Dando per scontato che l’ingegnere, come spiegano alcuni dem, ha rotto con i big del Pd, Paolo Campo e Michele Bordo, per le varie questioni afferenti alla Zona Asi e alla portualità sipontina, Rotice potrebbe proporsi solo da un lato dello scacchiere partitico: o come civico, sostenuto da Molo 21 e Con Manfredonia, o dal centrodestra.
Ma sul lato destro trova la strada sbarrata anzitutto dalla Lega. “Non si è proposto né hanno proposto nessuno e ad oggi in nessun incontro nel centrodestra è uscito il suo nome, tranne che sui giornali. Bisognerebbe discuterne con tutte le forze politiche del centrodestra e ovviamente vagliare la possibilità e l’opportunità insieme. Ad oggi non se ne è discusso mai in coalizione. Posso dire che non ho per partito preso nessun veto contro nessuno, ma bisogna parlarne”, rimarca a l’Immediato Cristiano Romani, candidato alle scorse regionali nel partito salviniano. È vago il consigliere regionale Giandiego Gatta, che sa di non avere personale politico nel suo campo. Lui è l’unico uomo vincente di centrodestra nella rossa città partito. Ma l’avvocato sogna Roma, si sa. “Il centrodestra non ha ancora scelto il proprio candidato. Quando accadrà, convocheremo una conferenza stampa”, rileva rispondendo con una battuta. Nella città di Manfredi in tanti lamentano l’assenza di una spiccata leadership riconosciuta. C’è chi in maniera sprezzante guarda con ironia gli infiniti movimenti civici che sono sorti. Da Azione ai Popolari, che avrebbero accolto finanche Leonardo Taronna, ex Lega. “Chi milita in questi contenitori un tempo era seconda o terza linea del Pd”, li bolla qualcuno, senza mezzi termini. Non solo il Pd ma anche i vari movimenti a sinistra difficilmente appoggerebbero Rotice.
Nel campo che fu di Angelo Riccardi la situazione è parecchio incandescente, non ci sono nomi nuovi che emergono nella massa di parole d’ordine. Qualche giorno fa c’è stata una riunione di tutti i contenitori, meno CON di Maria Teresa Valente, rassemblement emilianista, che per la vicinanza all’ex sindaco tutti ignorano. Il consigliere ambientale del governatore è divenuto il capro espiatorio di tutti, unico simbolo della vecchia politica. Il duo istituzionale dei dem Bordo-Campo avrebbe dato carta bianca al creativo Saverio Mazzone di Officine Popolari. “Se tu riesci a coalizzare un certo consenso attorno a te, noi ti appoggiamo”, avrebbero detto all’ex numero uno dell’Agenzia Turistica. Ma anche Mazzone, un po’ come Rotice, resta isolato. Dall’altro lato il Pd avrebbe chiesto all’ex sindaco Gaetano Prencipe di impegnarsi in prima persona, in modo da incarnare l’usato sicuro di chiara fama e di vecchie nostalgie, che potrebbe riportare gli antichi fasti, ma la possibile discesa in campo di Rotice potrebbe ridimensionare il nome dell’avvocato artista, dal momento che i due sono molto amici e Prencipe è anche il legale di Rotice. C’è molta frammentarietà a sinistra, con l’unica alleanza più o meno solida del M5S e Manfredonia Nuova. Intanto, Con prosegue a lanciare temi, a cominciare da quello dei 119 lsu, i precari di Stato, che il Comune potrebbe internalizzare secondo il decreto del Governo Conte bis.