Con le dimissioni politiche dalla presidenza dell’avvocato meloniano Giandonato La Salandra, Antonio Zenga si è ritrovato presidente pro tempore dell’azienda di trasporto pubblico foggiana Ataf. “Sono sempre stato solo un sindacalista, non ho mai avuto ruoli di gestione. Da dipendente della ex Sofimm oggi Fpt, in pensione dal 2011, sono stato segretario provinciale della Fim Cisl prima e poi quando sono sbarcato in Basilicata sono approdato alla Fismic. Non avevo mai fatto esperienza nel settore pubblico e non credevo a quello che mi dicevano, ma devo ricredermi. Non voglio essere qualunquista, ma sicuramente c’è meno rigore, anche nei rapporti sindacali sono più permissivi”, dice in esordio a l’Immediato nello studio della palazzina Ataf nella sede del Villaggio Artigiani.
Sono 6 le sigle sindacali in azienda, firmatarie del contratto nazionale e regionale. Più una settima sigla non firmataria, la Fast, con una piccola rappresentanza. Sono almeno due i temi caldi in Ataf: la proroga del contratto Apcoa per i parcheggiatori e il parco macchine, che entro ottobre sarà completamente rinnovato. “Per Apcoa siamo in attesa di una proroga del Comune, è chiaro che rispetto al contratto iniziale serviranno delle verifiche. La sosta costa ad Ataf 140mila euro al mese con i 69 dipendenti. Una enormità, i parcheggiatori sono tanti, 18 in forza ai parcheggi Ginnetto e Russo e 52 quelli per strada. Sono tutti inquadrati come lavoratori part time con i contratti degli auto tramvieri. Ataf paga i suoi parcheggiatori ad un costo più alto della media nazionale, dove lavoratori simili hanno un altro tipo di contratto”. Come ricorda Zenga, i 69 parcheggiatori erano tutti soci delle varie cooperative del parking, con il piano della sosta dell’ex presidente, l’ingegner Nino Mazzamurro, furono assorbiti dall’azienda e assunti in Ataf come interinali. È escluso oggi che possano essere internalizzati dall’azienda. “Non ci sono le condizioni per assumerli, non riusciremmo a garantire gli stipendi, in attesa di un nuovo bando, dovremo capire come attivare la cassa integrazione”.
Tra i deficit dell’appalto vi è anche la gestione delle multe, che non vanno a rimpinguare le casse dell’Ataf, ma arrivano direttamente alla Polizia Municipale e quindi al Comune. Nelle varie modifiche in bozza, Zenga e la governance Ataf hanno anche inserito l’incasso delle multe. Secondo i sindacati con l’amministrazione Landella, tra piste ciclabili e altre scelte urbanistiche, si sono persi 1,5 milioni di euro dalla sosta, è così?
“No, assolutamente, la perdita è di 600mila euro, che sono comunque tanti- ribatte Zenga- ma la perdita di stalli non giustifica le minori entrate. C’è da considerare anche che nel 2020 col Covid, per 2 mesi non è entrato nulla, i dipendenti sono stati in cassa e a rotazione anche gli altri lavoratori Ataf. Adesso non abbiamo fatto ricorso alla cassa, abbiamo risolto con le ferie individuali”. Zenga però vede il bicchiere più che mezzo pieno.
“Ci troviamo fuori con una situazione molto positiva: siamo riusciti ad avere un parco macchine rinnovato, con la copertura di tutte le 45 linee. E in autunno finalmente arriveranno i 17 mezzi nuovi del finanziamento della Regione, è stato chiuso il contratto col Comune. I 29 mezzi del Trentino corrono e il loro funzionamento è certificato dagli autisti. Una volta li sentivamo arrivare dalla strada dal rumore dei mezzi, oggi non è più così. Ai tanti che criticano la nostra scelta ricordo che 29 mezzi usati ci sono costati 240mila euro, quanto uno nuovo. Se anche durassero un anno, ci sarebbero costati quanto un bus solo che dura 29 anni”.
Tra le novità c’è anche quella delle carcasse dei mezzi ormai obsoleti, che occupavano il piazzale dell’azienda formando un cimitero di lamiere a cielo aperto. I 35 bus e i vari scuolabus presto saranno solo un ricordo, assicura il presidente. “Stiamo liberando il piazzale siamo riusciti a fare il bando, una impresa ha vinto la gara e quotidianamente va via qualche mezzo. Sono orgoglioso del CDA nessuno ci avrebbe mai scommesso, nessuno avrebbe mai scommesso che avremmo avuto i mezzi nuovi e che avremmo liberato il Piazzale. Devo ringraziare il sindaco Franco Landella per questa scelta, all’inizio del mio insediamento ho posto come condizione che non avrei dovuto avere interferenze politiche e così è stato: nessuno mi ha mai chiesto nulla, a differenza del passato. Tutti sappiamo che in Ataf le ultime assunzioni sono ascrivibili al centrosinistra. Il nostro CdA ha portato qui una mentalità aziendale”. Zenga originario di Sant’Agata di Puglia non si sottrae alla domanda e alle insinuazioni che in molti pongono, secondo cui si starebbe svuotando Ataf di valore per meglio piazzarla a qualche impresa privata del settore, con Metauro dei Monti Dauni in testa.
“Metauro lo conosco da piccolo ho fatto il pendolare con gli autobus di Metauro, se qualcuno pensa che stiamo impoverendo l’Ataf per svenderla si sbaglia, questa è una azienda con la a maiuscola, che presto avrà 17 mezzi nuovi e che potrebbe averne altri 10 nel 2022, stiamo cercando di ripulire anche le officine. Semmai stiamo lavorando al contrario, potenziandola”.
Il CdA scade con la prossima approvazione del bilancio, fissata per la fine di maggio 2021, a luglio invece è il termine per le gare di privatizzazione. Al momento nessuno si è proposto per acquistare Ataf. Zenga spera che l’amministrazione possa nominare presto un nuovo presidente, che insieme ai consiglieri durerebbe altri 2 anni. Quindi anche al di là di un possibile scioglimento del Consiglio comunale se la Commissione d’accesso per la verifica di infiltrazioni mafiose dovesse scegliere la via più drastica.
“Noi vogliamo proiettare questa azienda in modo che sia appetibile un domani- aggiunge l’exsindacalista- Il termine scade il 31 luglio, ma non ci sono interessi a mollarla. È una azienda che può rimanere nelle mani del Comune basta saperla gestire. E in questo ha due ottimi quadri, l’ingegner Ciuffreda e la dottoressa Piarullo, che hanno una marcia in più rispetto a ieri, quando andò via il direttore generale. L’azienda è in mano a loro, quando sono arrivato ho visto che avevano bisogno di essere motivati e di avere la responsabilità, che meritavano. Ho trasmesso loro la mia esperienza. Sto cercando di trasferire questa mentalità affinché non si pensi che perché Ataf è un’azienda pubblica tutto sia possibile e concesso”.